Cronaca Social

18enne incinta portata in Pakistan e costretta ad abortire

“Mi hanno fatto una puntura e hanno ucciso il mio bambino”.

Dopo la tragica vicenda di Sana Cheema, sgozzata in Pakistan dai familiari perché voleva sposare un italiano, un’altra ragazza originaria di quel Paese sta vivendo un incubo.

Si chiama Farah e ha 18 anni, residente a Verona con la famiglia.

La vicenda è stata raccontata dal quotidiano L’Arena.

La ragazza sarebbe stata ‘spedita’ in Pakistan con l’inganno – il matrimonio del fratello – e costretta ad abortire.

La 18enne ha chiesto aiuto alle compagne di scuola con messaggi inviati tramite WhatsApp: “Mi hanno fatto una puntura e hanno ucciso il mio bambino. Mio padre vuole che mi sposi qui“, ha scritto la ragazza.

Farah era rimasta incita del fidanzato, un ragazzo veronese. Aveva deciso di tenere il bambino – chiedendo alla scuola un provvedimento straordinario per potere sostenere prima gli esami di maturati (perché sarebbero caduti in prossimità del parto) – ma la famiglia d’origine si sarebbe opposta e poi costretta ad abortire.

Gli amici hanno subito allertato la scuola che, a suoa volta, ha avvertito la Digos e il consolato.

Già nella fine dello scorso anno il padre era stato denunciato per maltrattamenti e la ragazza si era rifugiata in una casa-famiglia che ha lasciato a gennaio per tornare dai genitori con cui aveva detto di aver fatto pace ma poi è scomparsa.

Come raccontato dall’assessore ai servizi sociali del Comune di Verona, Stefano Bertacco, il padre e il fratello di Farah vivono nella città veneta ma “non c’è nessuna volontà da parte della famiglia di lasciare libera la ragazza alla quale, a quanto ci è stato riferito, sono stati sottratti i documenti ed è costantemente sorvegliata dalla madre e dalla sorella“.

La Farnesina ha chiesto di verificare l’accaduto all’ambasciata d’Italia a Islamabad, sottolineando che “se così fosse si tratterebbe di un episodio gravissimo. L’Italia difende con forza e in ogni circostanza il rispetto dei diritti umani e delle libertà e i diritti fondamentali sulla base della parità di uomini e donne”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Matteo Salvini, leader della Lega: “Per gli islamici che trattano le donne come esseri inferiori, in Italia non c’è spazio“.