Tutti conosciamo la storia del Titanic, il transatlantico affondato il 14 aprile 1912 e, a distanza di oltre 100 anni da quel dramma, anche grazie allo splendido film di James Cameron del 1997, spesso ci facciamo le stesse domande: perché c’erano così poche scialuppe di salvataggio a bordo? perché la scelta di viaggiare ad alta velocità?
In pochi, però, sanno qualcosa sul ‘responsabile’ materiale del naufragio: l’iceberg.
Quanto fu grande?
Come riportato da Fabiosa.com, l’iceberg non era così grosso come in molti s’immaginano. Il suo punto più alto raggiungeva a malapena i ponti superiori del Titanic. La sua altezza, infatti, era di 105 metri e la maggior parte di esso si trovava al di sotto della superficie dell’oceano.
Da dove proveniva?
L’iceberg di 420.000 tonnellate si staccò da un ghiacciaio a Melville Bay, in Groenlandia, il 24 giugno 1910, perdendo molto della sua massa durante il viaggio.
Come arrivò nel luogo del disastro?
Il destino di un iceberg è di galleggiare nell’acqua. Così, lentamente e costantemente, anche quell’iceberg si spostò verso il luogo dell’incontro terrificante con il Titanic. Dopo 2 anni, il 14 aprile 1912, raggiunse il luogo della collisione. Il 16 aprile – due giorni dopo – un maggiordomo della nave da crociera corazzata SMS Prinz Adalbert riuscì a scattare una foto dell’iceberg che avrebbe causato l’affondamento del Titanic.
Dove andò dopo?
Il viaggio dell’iceberg non si fermò dopo la collisione con il Titanic e raggiunse la Russia sei mesi dopo dove fu lavato a riva e sciolto nell’estate del 1913.
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