Il successo del referendum consultivo sull’autonomia delle Regioni Lombardia e Veneto ha acceso i riflettori su alcune (quasi) ovvie considerazioni.
- La crisi dello Stato in quanto tale. Sì, l’apparato statale è sempre più percepito dai cittadini come una ‘macchina’ mangia-soldi che più riceve e meno dà. Lo Stato, insomma, è ‘antipatico’: si comporta come una calamita che attrae verso di sé (il centro = Roma) quanto generato nelle periferie, ricambiando in una proporzione minore rispetto alle somme ricevute sotto forma di tasse e imposte.
- Il nazionalismo è messo da parte dal territorialismo, cioè dal legame nei confronti del territorio di appartenenza che è di stampo economico, sociale e culturale. Ci si sente più lombardi, veneti, siciliani, sardi che italiani. In poche parole, sta venendo meno il senso di solidarietà nazionale: ciò che produco (e do) deve restare nel territorio in cui vivo (e non, magari, essere distribuito a Regioni dove si produce e si dà di meno).
- Quanto sta succedendo tra Barcellona e Madrid sta svegliando l’entusiasmo degli autonomisti e indipendentisti italiani. Nulla è per sempre. Neanche una Nazione. E non è la Costituzione ad essere sovrana del popolo ma viceversa.
- Il Centrodestra unito sta terminando la sua rimonta nei confronti del Partito Democratico e del Movimento Cinque Stelle. Con la possibilità concreta del sorpasso. Ecco perché l’esito delle elezioni regionali siciliane del prossimo 5 novembre si ripercuoterà a livello nazionale: potrebbe sancire l’inizio del ritorno al governo del Centrodestra, guarda caso oggi sempre più territoriale e meno statalista. Insomma, Dio e famiglia mai in discussione ma la Patria così com’è sì.
- Il Partito Democratico (e il centrosinistra) è, di converso, sempre più in crisi. Infatti, alle faide intestine, ora si aggiunge il rapporto sempre più flebile con gli italiani. Il PD è statalista: il potere va confluito al centro e da lì diramato verso le periferie del Paese, inserite in un sistema controllato e monitorato da Roma. Il PD, insomma, quando si guarda allo specchio, comincia a notare le prime e profonde rughe.