Oggi, giovedì 8 marzo, in molte città si registrano disagi per lo sciopero generale programmato da alcune sigle sindacali.
Le agitazioni, infatti, riguardano scuola, sanità e trasporti.
Alla base delle braccia conserte c’è la sensibilizzazione per la tutela dei diritti delle donne nel lavoro e per la lotta alla violenza maschile.
Obiettivi nobili ma c’è un però.
A chi danneggiano i disagi odierni se non alle stesse donne, a quelle che hanno un figlio piccolo e che devono andare a lavoro?
Chi dovrà starsene a casa per accudire il bambino che non potrà andare a scuola se non la mamma, chiedendo un permesso di lavoro?
E chi ha pensato alle donne che, per andare a lavorare, devono usare un mezzo pubblico?
Sicuri, insomma, che lo sciopero sia l’arma ideale per protestare contro il sessismo e le dispari opportunità?
Permettetemi, ma ho più di un dubbio su questa scelta di sindacati e associazioni (non solo italiani, visto che sono più di 70 i Paesi in cui si incroceranno le braccia per gli stessi motivi).
Meglio puntare a battaglie legali e culturali nei luoghi opportuni, come in Parlamento, nelle scuole e nelle famiglie.
P.s. lo sciopero dei mezzi pubblici non crea anche difficoltà a chi vuole partecipare alle varie manifestazioni della Giornata?