Cronaca Social
ragazzo su panchina

A spasso nel parco durante la quarantena: “Devo riflettere sugli sbagli fatti nella mia vita”

Per ora non si può uscire, se non per comprovate motivazioni di prima necessità. Per un albanese a Rimini, lo è riflettere sugli errori del passato.

Che la reclusione forzata per contrastare il contagio da Coronavirus stia mettendo a dura prova chiunque è un dato di fatto. Anche per l’uomo a spasso nel parco durante l’ordinanza che lo vieta.
Intere giornate senza potere uscire, a volte anche costretti in pochi metri quadrati. Da soli o in compagnia di chi mal si sopporta. Non è piacevole, ma c’è di peggio.

Se – per esempio – pensiamo al personale sanitario in prima linea, ogni giorno, tra le corsie degli ospedali; ai pazienti che rischiano la vita; a chi è morto senza l’affetto dei propri cari, a chi ha perso i propri affetti senza poter dire loro addio.

Le forze dell’ordine al lavoro su tutto il territorio nazionale

Non sempre è facile razionalizzare, però, e c’è chi cede al desiderio di uscire, di fare una passeggiata, di sentire il calore del sole sulla propria pelle. E forse questo è il caso dell’uomo a spasso nel parco durante il lockdown.

Abbiamo sentito della parlamentare del gruppo misto, Sara Cunial, al mare il giorno di Pasquetta «per lavoro»; abbiamo letto del paracadutista al parco che cerca di eludere i controlli ‘piovendo’ (letteralmente) dal cielo; oggi, invece, parliamo di un vero filosofo esistenziale.

Sì, perché indubbiamente la quarantena ci spinge a pensare e a ripensare. Ed è quello che ha fatto il protagonista di questa storia. Sorpreso dalle forze dell’ordine fuori casa, al parco, ha dato la propria motivazione (quella da scrivere sull’autocertificazione): «Devo riflettere sugli sbagli fatti nella mia vita». La sincerità è quantomeno apprezzabile.
Un uomo di origini albanesi, 26 anni, nella tarda mattinata di mercoledì, è stato sorpreso da una pattuglia della polizia mentre passeggiava nel parco di viale Regina Margherita a Rimini, incurante delle direttive ministeriali volte a contrastare la diffusione del Coronavirus.

Fermato dagli agenti, che gli hanno chiesto il perché della sua gita all’aperto, il ragazzo ha iniziato a spiegare come la reclusione l’avesse spinto a riflettere sul proprio passato. Ecco svelato il motivo della passeggiata, quindi.

Una riflessione che gli è costata cara. Adesso dovrà pensare anche alla multa ricevuta. L’ennesimo errore della sua vita? Non si sa, c’è chi crede avesse ragione forse. Certamente è una violazione della legge. E anche questo – a suo modo – è un errore esistenziale.

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