Arriva da Adrano, paese agricolo nel Catanese, una storia inquietante. Intimidazione con i manifesti listati a lutto che sono apparsi sui muri di Adrano. Nei necrologi, la cui affissione è ignota e per la quale la polizia ha avviato un’indagine, anche la foto di Valerio Rosano, 26 anni, e il luogo dei funerali, la chiesa di via della Regione. Condannato a morte per la sua “decisione” di collaborare con la giustizia. Il giovane è vivo e vegeto.

L’annuncio funebre è un chiaro avvertimento mafioso nei confronti del 26enne arrestato dalla polizia nel corso dell’operazione “Binario morto” che portò l’anno scorso all’arresto di numerose persone per traffico di droga.
Valerio Rosano è figlio di Vincenzo, capo della famiglia mafiosa Rosano-Pipituni, il clan predominante di Adrano vicina alla famiglia Santangelo.
Da mesi è un collaborante (non ha ancora lo status di collaboratore di giustizia) ed ha svelato particolari che riguardano la sua famiglia e i traffici di droga nel paese che negli ultimi anni è stato al centro di alcuni delitti di mafia. I manifesti a lutto sono stati sequestrati dagli agenti del commissariato di Adrano che hanno avviato un’indagine.
L’ipotesi più accreditata dalla magistratura è che sia stata la stessa famiglia Rosano ad affiggere i manifesti listati a lutto in giro per Adrano per prendere le distanze dal 26enne collaboratore di giustizia.