Nei giorni scorsi la showgirl Alena Seredova è andato spesso a trovare in ospedale a Corso Spezia il piccolo Giovannino, il bambino colpito da ittiosi e abbandonato dai genitori sin dalla nascita. In molti sono chiesi il motivo di tanto interesse.
Alena ha rivelato che ai suoi genitori fu detto che aveva l’ittiosi, una malattia che causa la desquamazione della pelle, alla nascita.
«A Praga, i medici pensavano che avessi l’ittiosi anch’io, papà ricorda sempre che, quando mi vide nella culla dell’ospedale, tutta coperta di squame, fece un balzo all’indietro per lo spavento, poi cominciò a piangere. La mia pelle era tutta secca, come rivestita da una corazza ruvida e irregolare», ha raccontato la showgirl durante un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera.
«I medici parlarono di ittiosi, ma l’ittiosi arlecchino è una malattia rara per la quale non si conosce cura. Io, invece, ero solo nata con la pelle molto asciutta perché ero stata troppo in pancia: 42 settimane bella comoda», ha aggiunto la 41enne.
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Alena ha poi spiegato che durante le prime settimane di vita le venivano spalmati degli olii emollienti per idratare l’epidermide, ma che all’improvviso la sua pelle fece una sorta di ‘muta’ smentendo così la diagnosi dei medici.
«Per una settimana, mi ungevano tutti i giorni, immergendomi in una bacinella di olio emolliente. Dissero a mia madre che sarei sempre stata male, che non avrei potuto prendere il sole. Poi, la mia pelle fece la muta, come quella di un serpente, e non ho mai avuto problemi cutanei di alcun tipo».
La modella ha poi raccontato l’incontro con Giovannino e ha rivelato che, quando l’ha visto, ha vissuto un turbinio di emozioni e ha ripensato alla sua storia. Ha dichiarato: «L’ho visto a settembre. Mi hanno presentato questo cucciolo, mi hanno raccontato la sua storia e vederlo è stato un momento molto forte. Non l’ho visto nella fase peggiore, cioè appena nato. Ho capito che deve essere una patologia molto dolorosa: la pelle è talmente secca che si rompe, fa le piaghe».
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Ora si cerca una casa per questo bambino nato ad agosto e mai uscito dall’ospedale: le comunità che accolgono i bambini non hanno gli strumenti per garantirgli le cure necessarie. Per ora il piccolo resta in ospedale circondato dall’affetto di chi ha conosciuto la sua storia e ora gli porta giochi e vestiti, affidando tutto alle infermiere e ai medici del reparto.
Sono già arrivate decine di richieste di adozione per Giovannino. Il centralino del Sant’Anna è alle prese con il cuore dei torinesi e di persone di tutt’Italia che hanno ascoltato la storia di Giovannino e chiedono di prendersene cura.
«È stata un’esplosione di telefonate – racconta il direttore del reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Sant’Anna Daniele Farina – Lui è pronto per andare a casa anche subito se si trova una famiglia, ma tutte le richieste devono passare dall’ufficio Casa dell’Affido del Comune di Torino. Gli italiani sono un popolo di grande cuore. Io – prosegue Farina – ho grande rispetto per chi deciderà di prendersene cura perché questo comporta un grosso impegno».
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