L’attrice 79enne Anna Mazzamauro, celebre per avere interpretato la signorina Silvani nella saga di Fantozzi, ha confessato di avere subito una violenza sul set di Poveri ma ricchi, film diretto da Fausto Brizzi.
Il fatto è avvenuto “poco più di un anno fa. Ero sul set. Stavamo girando e io sarei dovuta entrare in scena mentre gli altri erano tutti insieme ad esultare. Chiesi a Brizzi quale sarebbe stato il mio momento. Mi rispose che, stando dietro la porta, l’avrei capito da sola. Così, tranquillamente mi misi ad aspettare“.
“Una volta entrata in scena ho detto la mia battuta – ha aggiunto l’attrice intervistata da IlMessaggero.it – Si è sovrapposta a quella di un attore. Che, senza dire nulla, mi ha strattonata e picchiata sull’orecchio. Mi è stato lacerato il menisco dell’orecchio e, da allora, quando sono in casa e non devo recitare sono costretta a portare il bite, una sorta di apparecchio in bocca“.
“Brizzi mi è stato molto vicino. I rappresentati della produzione mi hanno pregato di non far uscire la notizia per non danneggiare il film. Ero umiliata e triste. Sono andata all’ospedale. Mi è stato chiesto dal medico e dall’agente di denunciare ma ho preferito tacere – ha proseguito la Mazzamauro – E la stessa produzione che, adesso, si erge a moralista nei confronti di un autore al quale legalmente non è stato riconosciuto alcun peccato. Quando sono stata picchiata e ho mandato una civilissima ed educatissima lettera per mettere la produzione al corrente di quello che era accaduto non ho ricevuto neppure una telefonata“.
“È stato difficile tornare sul set – ha aggiunto la Mazzamuro, al cinema con il seguito Poveri ma ricchissimi – e lavorare con quell’attore con il quale non ho più scambiato una parola. Ho sempre pianto durante le riprese”.
E su Fausto Brizzi e le accuse di molestie sessuali?
“Io sto dalla parte del signor Brizzi, sì scrivi pure signor Brizzi, della signora Claudia Zanella la moglie e della loro bambina che un giorno sarà la signorina Penelope Nina. Perché un processo non c’è stato e le accuse sono finite in un silenzio assordante“.