Da ieri, giovedì 7 febbraio, Annamaria Franzoni è tornata in libertà. Condannata nel 2008 a 16 anni di reclusione per l’omicidio del figlio Samuele di 3 anni, a Cogne il 30 gennaio 2002, la Franzoni è rimasta in carcere fino al 2014, poi ha ottenuto i domiciliari a Ripoli, sull’Appennino bolognese.
Una volta informata dal Tribunale di sorveglianza di Bologna che la sua pena è stata espiata, Annamaria Franzoni avrebber detto: “Da un lato sono contenta, dall’altro vorrei trovare la maniera di far capire alla gente che non sono stata io“.
La donna, quindi, continua a dichiararsi innocente per la morte del figlio.
L’avvocato difensore della Franzoni, Paola Savio, ha detto: “L’appello che ho sempre rivolto da quando è iniziata l’esecuzione della pena e che rivolgo anche oggi è di dimenticarla“.
“Mi rendo conto – ha aggiunto il legale – che in vicende giudiziarie così spettacolarizzate nel corso degli anni è difficile, ma occorre pensare che ci sono familiari che hanno sofferto con lei“, sottolineando che solo gli ergastoli “non finiscono mai, le altre pene finiscono e anche per lei è finita“.
Invece, come riportato da La Stampa, il marito Stefano Lorenzi non ha voluto commentare la notizia: “No, guardi, sono al lavoro. La ringrazio, ma io non ho commenti da fare“, ha detto l’uomo che, il 30 gennaio 2002, si trovava a 30 chilometri dalla villetta di Montroz.