La Guardia di Finanza di Locri ha eseguito l’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di Domenico Lucano, sindaco di Riace (Reggio Calabria), considerato uno dei simboli italiani dell’accoglienza.
Le Fiamme Gialle hanno anche comunicato il divieto di dimora alla compagna del primo cittadino, Tesfahun Lemlem.
Due le accuse: da un lato il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nell’ambito della gestione dei finanziamenti del Ministero dell’Interno al Comune di Riace per l’accoglienza dei rifugiati e dall’altro illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.
La misura cautelare è stata predisposta in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Locri su richiesta della Procura della Repubblica.
L’operazione è stata denominata Xenia.
Come scritto, Lucano, 60 anni compiuti il 31 maggio scorso, era diventato il simbolo dell’accoglienza dei migranti. Per protesta il sindaco fece anche uno sciopero della fame e la rivista Fortune lo ha inserito tra le 50 personalità più influenti del mondo. Inoltre, nel 2010 Lucano si è posizionato terzo nella World Mayor, concorso mondiale organizzato dalla City Mayors Foundation che, a cadenza biennale, stila la classifica dei migliori sindaci del mondo.
Sulla vicenda è intervenuto sui social media il vicepremier Matteo Salvini: “Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati“.
LA NOTA DELLA PROCURA
La Procura della Repubblica di Locri ha parlato in una nota di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. La misura cautelare rappresenta l’epilogo di approfondite indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, svolte in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico“.
Secondo il procuratore di Locri, Luigi D’Alessio, Lucano ha dimostrato “una spigliatezza disarmante, nonostante il ruolo istituzionale rivestito“, nell’ammettere “pacificamente più volte, ed in termini che non potevano in alcun modo essere equivocati, di essersi reso materialmente protagonista ed in prima persona adoperato, ai fini dell’organizzazione di matrimoni ‘di comodo‘”.
BEPPE FIORELLO
Beppe Fiorello che ha interpretato il sindaco di Riace in una fiction su Facebook ha scritto: “Qualcuno si porterà sulla coscienza la vita di un uomo straordinario, io lo so che Mimmo non sopporterà questa vergogna, ora cerco parole per difenderlo ma mi rendo conto che non va più difeso, va amato come lui ama il prossimo“.