Arrivi in ritardo a scuola? Allora, zappa la terra!
Potrebbe sembrare una punizione bucolica, in realtà è lo stratagemma messo in atto da una scuola di Nuoro, in Sardegna, per educare i propri studenti al rapporto con la natura.
La storia è raccontata da IlFattoQuotidiano.it e ha per protagonista l’Istituto Ciusa della città sarda.
Tutto parte dalla decisione della scuola nuorese di partecipare pochi mesi fa al progetto Un milione di alberi, promosso dall’Ente Foreste Sardo con lo scopo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza del verde.
Il progetto, infatti, ha previsto anche la piantumazione di 860 tra lecci, ginepri, arbusti e piante aromatiche.
Così il preside della scuola, Franco Cuccia, ha pensato bene di usare come pretesto il ritardo per spingere gli studenti a prendersi cura del giardino dell’Istituto: “Oltre il 60% dei nostri ragazzi sono pendolari – ha spiegato il dirigente al quotidiano – un po’ di ritardo lo accumulano per diverse ragioni. Abbattere questo dato era uno degli obiettivi su cui abbiamo puntato nel nostro miglioramento”.
Di conseguenza, gli studenti ritardatari, anziché attendere la seconda ora seduti in corridoio, si occuperanno “di quell’area verde che, altrimenti, andrebbe sprecata”.
Gli studenti della scuola, a quanto pare, hanno accolto con favore l’idea del preside.
Quest’ultimo, però, ha tenuto a sottolineare che non si tratta affatto di una costrizione: “questo è un progetto che vuole essere condiviso con gli studenti, con gli organi collegiali e con il consiglio d’Istituto. Un modo per sentire la scuola un bene comune, per sensibilizzare i giovani al senso di appartenenza e per vivere le regole della scuola nella maniera più democratica possibile”.