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Attacco iraniano alle basi Usa: “80 terroristi americani uccisi”

Le ultime sulla reazione di Teheran all’uccisione del generale Soleimani. Si attende la reazione di Donald Trump: diplomatica o militare?

«Nessun militare italiano è rimasto coinvolto e i mezzi e le infrastrutture in uso al contingente militare italiano non hanno subito danni» nell’attacco iraniano avvenuto la scorsa notte contro la base statunitense di Erbil, in Iraq.

Lo ha dichiarato lo Stato Maggiore della Difesa, aggiungendo che «al momento dell’attacco sono state messe in atto tutte le procedure di contingenza tese alla salvaguardia della sicurezza del contingente dislocato nell’area di Erbil».

Da Teheran, invece, risuonano le parole della guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, in un discorso televisivo: «Il martirio di Soleimani ha dimostrato che la rivoluzione dell’Iran è ancora viva […] i nostri principali nemici includono gli Usa e l’arrogante sistema sionista. Dovremmo diventare più forti cosicché il nemico non possa farci del male, gli Usa non metteranno mai fine al loro stato d’inimicizia con l’Iran».

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Secondo, poi, il ministro degli Esteri iraniano, Javsd Zarif, l’Iran ha lanciiato un’offensiva di rappresaglia per l’uccisione del generale da parte degli Usa, colpendo le due basi militari statunintensi in IRaq. Secondo Jarif sono state messe in atto «misure proporzionate di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite», spiegando che l’attacco era mirato «alla base da cui sono stati lanciati attacchi armati codardi contro i nostri cittadini e alti funzionari. Non cerchiamo l’escalation o la guerra, ma ci difenderemo da qualsiasi aggressione».

Infatti, pare evidente la strategia iraniana: se gli Stati Uniti d’America non dovessero reagire, l’Iran passerà alla de-escalation e il tutto si limiterà a una ‘mera’ ritorsione per la morte di Soleimani.

Infine, il bilancio delle vittime dell’attacco alle basi: 80 morti e 200 feriti. La tv di Stato iraniana ha parlato di «80 terroristi americani uccisi» dai 15 missili lanciati poco prima della mezzanotte, 22 secondo le fonti irachene che hanno specificato che nessun soldato locale è stato colpito (al contrario di quanto diffuso dal Pentagono). Ora si attende la reazione degli Stati Uniti d’America: sarà diplomatica o militare?

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