A quasi due settimane dal voto e con una situazione ancora incerta, ha detto la sua a Il Fatto Quotidiano l’ex segretario del PD, oggi al LeU, Pierluigi Bersani.
Utilizzando una delle sue battute più ‘famose’, il politico emiliano ha ricordato che “l’ho detto per primo che c’era la mucca nel corridoio. Solo che abbiamo scoperto che la mucca era un toro e ci è passato sopra“.
Bersani, poi, ha attaccato il PD sulla legge elettorale:
“Me li ricordo ancora, nell’assemblea in cui Roberto Speranza si dimise da capogruppo, tutti in erezione per l’Italicum. Io dissi: ‘Guardate che rischiamo di non esserci, al ballottaggio‘”.
Sempre sul PD, Bersani – che provò nel 2013 a convincere il M5S a entrare al governo ma fallì – ha detto:
“Per chiudere col renzismo bisognerebbe cambiare lo Statuto, togliere le primarie aperte almeno per una volta e fare un congresso con un dibattito autentico, che dia un giudizio su questi cinque anni e giustifichi una svolta, s’è voluto intercettare l’eredità del berlusconismo, fare compromessi con aree paludose. È un progetto nato con l’illusione del 40% alle Europee, ma guardare al centro ha tirato la volata agli altri, il centro moderato non esiste e se esiste conta quel che conta. Il centro è arrabbiato e sono i 5Stelle“.
Bersani, comunque, con il LeU, è uno sconfitto e lo ha riconosciuto:
“Quando vedevo le assemblee piene, in campagna elettorale, mi domandavo: sta scattando una cinghia di trasmissione o è solo una rimpatriata? Ecco, è stata soprattutto una rimpatriata, pur con una presenza insolita di giovani e una passione che non va dispersa. Abbiamo visto l’onda, non l’abbiamo intercettata“.
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