Era il 14 settembre scorso quando l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) decise “di irrogare agli operatori, TIM, Vodafone, Wind Tre e Fastweb, la sanzione massima prevista dalla legge per la mancata osservanza della propria delibera in materia di cadenza di rinnovo delle offerte e di fatturazione dei servizi, relativamente alla telefonia fissa e alle offerte convergenti fisso-mobile“.
In poche parole, per vie delle bollette telefoniche ogni 28 giorni, ogni operatore è stato multato per una somma pari a 1,16 milioni di euro cadauno.
Infatti, pagare una bolletta ogni 28 giorni significa averne 13 e non 12 all’anno, causando un rincaro dell’8,6% per ogni abbonato.
In seguito alla condanna, gli utenti che hanno pagato le fatture a 28 giorni possono fare ricorso per chiedere la restituzione dell’eccedenza pagata.
Ciò perché le compagnie telefoniche sono adfesso costrette a restituire ai consumatori le somme indebitamente percepite, pagando un indennizo forfettario non inferiore a 50 euro che sarà maggiorato di 1 euro per ogni giorno di fatturazione illegittima.
Esistono due modi per richiedere il rimborso:
- Fare richiesta ai CO.RE.COM, ovvero ai comitati regionali per le comunicazioni, organi dell’AGCOM che si occupano di mediare le controversie tra utenti e operatori di telecomunicazione;
- Inviare un reclamo direttamente alla compagnia telefonica.