Il 13 ottobre dello scorso anno la Cassazione ha confermato l’ergastolo per Massimo Bossetti per l’omicido della 13enne Yara Gambirasio, avvenuto nel 2011.
A distanza di quasi quattro mesi Bossetti è tornato a parlare dal carcere di Bergamo dov’è recluso, inviando una lettera a Marco Oliva, conduttore della trasmissione Iceberg Lombardia, in onda su Telelombardia.
La lettera è stata pubblicata su BergamoNews.it. Ecco il testo:
“Avrei potuto usufruire di benefici se mi fossi proclamato colpevole, molte volte mi sono state fatte delle proposte dalle persone che hanno indagato, ma il sottoscritto ha sempre declinato.
Ho sempre declinato la proposta di confessare perché come padre devo poter guardare negli occhi i miei figli. Qualcuno si è mai chiesto cosa hanno subito e cosa continuano a subire i miei famigliari? Non credo.
Sono quattro anni e sette mesi che sono detenuto e che chiedo un test del dna che sgombri ogni dubbio. Nei tribunali ho sentito solo ipotesi senza che siano state portate prove serie, granitiche e concrete. Questo non danneggia solo me e la mia famiglia, ma non rende giustizia neanche alla povera Yara. Continuo a ripetere e griderò fino a quando avrò forze che non sono io la persona che ha ucciso Yara e se qualcuno pensa che io nasconda altre persone si sbaglia.
Sono stati spesi milioni di euro e bisognava trovare un capro espiatorio, ma si è tralasciato di cercare altre piste che avrebbero portato la reale verità e non una verità costruita mediaticamente. Io sono padre di tre figli, di cui due bambine. Se fosse stata coinvolta in una vicenda simile una delle mie figlie io fino a che non mi avrebbero portato delle prove concrete e non delle ipotesi, non mi sarei dato pace.
Aspetto con pazienza perché sono certo che prima o poi la verità salterà fuori. Massimo Bossetti, Prigioniero di Stato”.