Cronaca Social

Buccarella del M5S: “3mila euro al mese non bastavano per fare il parlamentare”

Uno dei 13 parlamentari del Movimento Cinque Stelle accusati di avere revocato i rimborsi destinati al movimento ha deciso di rompere il silenzio.

Uno dei 13 parlamentari del Movimento Cinque Stelle accusati di avere revocato i rimborsi destinati al movimento ha deciso di rompere il silenzio.

In una lettera pubblicata sul Nuovo Quotidiano di Puglia, Maurizio Buccarella ha scritto: “Basta ipocrisie, senza questi soldi impossibile garantire un impegno a tempo pieno in politica“.

E ancora: “Innanzitutto voglio scusarmi con gli attivisti, i colleghi portavoce e candidati del M5s per la difficoltà in cui, per i noti fatti anche a me addebitabili, li sto costringendo in questo momento politicamente delicato“.

Buccarella ha spiegato che “in primis, che in quei 23 milioni e passa di euro accumulati dai parlamentari del M5s sul fondo di garanzia con i nostri tagli di indennità e rimborsi, ci sono anche più di 100mila euro di mia provenienza“.

L’avvocato pugliese, però, ha confessato che “quello che è accaduto è che, nel tempo, mi sono reso conto che quella regola riguardante i nostri compensi, che pure avevo accettato inizialmente, non si dimostrava adeguata alle esigenze di chi appartiene ad una categoria professionale, come la mia, che, a fronte di costi e responsabilità che permangono nel corso del mandato parlamentare, non consente una sospensione dell’attività per un così lungo periodo senza conseguenze”.

“A fronte dell’impegno che ho profuso nell’attività parlamentare ed ai sacrifici che imponevo a me, alla mia famiglia, al mio lavoro per sette giorni alla settimana – ha spiegato Buccarella – i poco più di 3mila euro mensili netti che i parlamentari M5s si sono attribuiti come retribuzione effettiva, non mi avrebbero permesso, alla mia età, di tornare alla mia vita, nel mio studio professionale – dopo uno stacco di cinque anni senza alcun paracadute o vantaggio acquisito per i contatti professionali – con una accettabile serenità“.

Il parlamentare ha concluso così: “Senza ipocrisia, tutto questo naturalmente non giustifica i miei errori e la violazione del patto di fiducia con i miei colleghi e gli iscritti e sono pronto ad accettare le determinazioni del Collegio dei Probiviri e anche se non sarò più uno dei protagonisti del progetto di cambiamento del M5S, continuo a crederci e a sperare che possa diventare realtà“.

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