Ieri, se non fosse stato per uno dei 51 bambini presenti nel pullman e per i carabinieri, molto probabilmente Ousseynou Sy, senegalese con cittadinanza italiana, avrebbe compiuto una tragedia.
L’uomo, anziché portare alcuni studenti delle medie dalla scuola alla palestra, ha cambiato percorso, dirottando il mezzo, con l’obiettivo di condurlo all’aeroporto di Linate e incendiarlo.
Ora, stando ad alcune fonti citate da IlGiornale.it, i primi ad arrivare sulla Strada Provinciale Paullese, zona San Donato Milanese, sono stati i carabinieri di Segrate, dopo la chiamata al telefono di uno studente.
In primis, i militari hanno provato a tagliare la strada al pullman così da bloccarlo sulla carreggiata. Il senegalese, però, sperona una gazzella e la trascina per diversi metri finché non deve fermarsi per via del traffico.
In questo lasso di tempo, un carabiniere scende dalla gazzella tamponata e raggiunge il lato posteriore del mezzo. Qui spacca con le mani il vetro e fa scendere i bambini mentre le fiamme già stavano divampando.
Il militare, ferito alle mani per aver rotto i vetri, insieme ai suoi colleghi, ha salvato la vita a quei ragazzini.
Simone Zerbilli, 43 anni, capopattuglia in forza alla stazione di Segrate, intervistato dal Corriere della Sera, ha raccontato: “Abbiamo visto che davanti c’era margine per una manovra, lo abbiamo superato, ci siamo messi di traverso per chiudergli gli spazi… Lui ha speronato una nostra pattuglia… Ha speronato anche un camion e due macchine, continuando a invadere le corsie, ma proprio a causa degli speronamenti, il bus ha rallentato di molto la velocità, fino a fermarsi. Sono sceso dall’auto. Insieme a me, c’erano tre colleghi. Sono stati straordinari“.
“Il senegalese – ha aggiunto il militare – aveva accanto due studenti. Uno lo teneva stretto, sembrava lo avesse legato… Intanto, due colleghi hanno infranto i finestrini posteriori e hanno iniziato a far uscire i primi ragazzini… L’autista ha dato un’accelerata, il bus ha percorso una cinquantina di metri scontrandosi contro un’auto in coda“.