Arrivano interessanti scoperte in merito ai Campi Flegrei.
Da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Scientific Reports” emerge che sarebbero almeno due le camere magmatiche al di sotto della caldera dei Campi Flegrei.
Una sarebbe situata fra gli otto e i nove metri di profondità e avrebbe provocato le eruzioni più gravi di migliaia di anni fa, l’altra si troverebbe a soli tre chilometri e potrebbe essere la responsabile del sollevamento del suolo che si sta registrando a Pozzuoli a partire dagli anni ’70.
Tuttavia non c’è da allarmarsi. Stefano Carlino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano assicura: “In questo momento per gli abitanti dell’area non c’è alcun pericolo, ma il nostro monitoraggio verrà ulteriormente approfondito. Le energie sismiche sono ancora troppo basse per essere considerate pericolose e quindi non crediamo sia possibile una eruzione a breve termine”.
Tuttavia le strumentazioni hanno registrato anomalie termiche ed un incremento di alcuni gas presenti nel sottosuolo. “Questo significa – precisa Carlino – che dobbiamo intensificare le indagini attualmente in corso, per capire se questi segnali derivano da attività magmatiche o ad un disturbo geotermale più superficiale e quindi poco rischioso”.
Sorvegliata speciale dell’Osservatorio è anche l’Isola di Ischia dove lo scorso 21 agosto si è verificato un tragico terremoto.
“In quel punto di Ischia – spiega il ricercatore – dal 1228 si sono registrati una decina di terremoti catastrofici, come quello del 1883 che provocò oltre duemilatrecento morti. Questo ci lascia intendere che si tratta di un fenomeno non regionale ma locale, caratterizzato soprattutto dalla superficialità dei sismi che anche a bassa magnitudo generano danni elevati alle strutture dell’isola e dunque alla popolazione residente”.
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