Gli italiani mangiano sempre più carne bianca. Sulle tavole nostrane arriva sempre più pollo. Colpa della crisi, merito dei costi decisamente più contenuti rispetto alla carne rosse.
E poi una leggenda metropolitana vuole che il pollame sia più magro e abbia un contenuto minore di colesterolo. Peccato che non sia proprio così: suino e pollo hanno quasi la stessa quantità di colesterolo.
Ma non è tutto. Se la carne bianca costa meno, un motivo c’è ed è legato al sistema di selezione, allevamento e macellazione non proprio sostenibile. Soprattutto per gli animali.
Partiamo dalla selezione. Nei grandi allevamenti a vivere sono ovviamente soltanto le galline. I maschi che non possono deporre le uova e hanno meno carne delle femmine vengono uccisi. Mantenerli e nutrirli, infatti, costerebbe troppo e non ci sarebbe un ritorno economico. Le stime parlano di circa 30milioni di pulcini maschi gassati o triturati vivi all’anno.
Le femmine, invece, vengono tenute all’ingrasso soprattutto grazie all’uso di antibiotici. Il loro peso aumenta a tal punto che questi animali molto spesso presentano problemi di sovrappeso e di deambulazione, complici anche gli spazi risicatissimi e di conseguenza sovraffollati nei quali vivono.
Insomma, quella dei polli è davvero una gran brutta vita.
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