Due anni e nove mesi di reclusione più la confisca dei 2,6 milioni di euro nascosti nel controsoffitto dell’appartamento della sua collaboratrice e in una banca di Innsbruck (Austria).
Questa è stata la richiesta del sostituto procuratore per Fabrizio Corona alla prima udienza del processo d’appello al tribunale di Milano.
E ovviamente l’ex re dei paparazzi non ha gradito e si è scagliato contro tutto e tutti fuori dall’aula dove lo attendevano i giornalisti.
“Ringrazio il PG – ha detto – perché non ha capito nulla. Io non solo so il diritto, io glielo insegno. L’impugnazione della Procura è inammissibile, nel processo abbiamo sentito già 60 testimoni, chiedere due anni e nove mesi ora è vergognoso, non ha capito un c…. Non ho paura, non ho mai avuto paura e non ho paura di niente. Vincerò anche questa battaglia“.
Ma il suo attacco non si è fermato alla Giustizia italiana. Corona si è scagliato anche contro il neo Governo usando parole forti e provocatorie.
“Non mi sento rappresentato da un Luigi Di Maio o da un Matteo Salvini. Se Salvini è ministro dell’Interno, io potrei fare il ministro della Giustizia“, ha sentenziato.
E la reazione del leader del Carroccio non si è fatta attendere: “E ci mancava pure Corona”, ha cinguettato Salvini.