La Cina, al centro dell’attenzione mondiale per via del coronavirus diramatosi da Wuhan, potrebbe trovarsi presto nelle condizioni di affrontare un’altra emergenza sanitaria, ossia quella dell’aviaria.
Casi di virus H5N1 nella provincia dell’Hunan
La notizia ha iniziato a fare il giro del mondo sabato 1 febbraio, quando è stata diffusa la news relativa all’individuazione, da parte delle autorità cinesi, di 4.500 polli infetti e con diagnosi di virus H5N1 dell’aviaria in un allevamento di Shaoyang, località situata nella provincia centrale interna dell’Hunan. L’infezione è stata individuata in un allevamento caratterizzato dalla presenza complessiva di 7.800 esemplari.
LEGGI ANCHE: Coronavirus in Italia, il prefetto di Roma “La situazione è di assoluta tranquillità”
A seguito della conferma di questo contagio, si è proceduto all’abbattimento di circa 20.000 animali. La preoccupazione è legata anche al fatto che la provincia dell’Hunan è confinante con quella di Hubei, territorio che ospita Wuhan, epicentro dell’epidemia del coronavirus.
Le notizie relative all’individuazione di polli con il virus dell’aviaria è stata diramata dai giornalisti del China Global Television Network che, a loro volta, si sono basate su specifiche fornite dal Ministero dell’Agricoltura. Il dicastero ha comunicato ufficialmente di aver circoscritto e adeguatamente disinfestato l’area dove sono stati rinvenuti i polli infetti.
Fonti ufficiali del Ministero dell’Agricoltura cinese hanno altresì confermato che le carcasse degli esemplari abbattuti sono state smaltite in modo da non mettere in pericolo la salute della popolazione.
Il commento di Coldiretti
La notizia dei casi di aviaria in Cina è stata commentata da Coldiretti, che ha messo in primo piano – tramite un articolo pubblicato sul sito ufficiale – l’importanza di evitare allarmismi in quanto, in passato, questo approccio ha provocato danni non indifferenti alle imprese, con ricadute pesanti anche dal punto di vista occupazionale.
Da Coldiretti è arrivata inoltre l’ufficialità relativamente al fatto che il nostro Paese non importa pollame dalla Cina. Tra i motivi di questa scelta è possibile citare la completa autosufficienza dell’Italia per quanto riguarda il settore avicolo.
LEGGI ANCHE: Coronavirus, quando il picco dell’epidemia? Cosa dice un esperto
Commenta