I gamberi sono dei crostacei appartenenti all’ordine dei Decapodi, caratterizzati dal corpo allungato. Sono un alimento molto amato, possono essere venduti freschi o surgelati e le ricette che si possono preparare con questo ingrediente sono infinite. E’ fondamentale però sapere come pulirli, prima di cucinarli e mangiarli. Scopriamo un metodo facile e veloce per farlo.
I gamberi devono essere puliti accuratamente prima del consumo: vanno eliminati la testa, il guscio, le zampe e l’intestino. Le varietà di gamberi disponibili sul mercato sono molteplici, alcuni più pregiati, altri meno. I tipi più comuni sono il gambero rosso, rosa, bianco.
Come pulire i gamberi
Come prima cosa bisogna sciacquarli sotto acqua corrente fresca in modo da rimuovere ogni eventuale residuo. Lo step successivo è quello di andare a rimuovere e quindi staccare la testa. Questi passaggi si possono fare tranquillamente con le mani, procedendo anche a rimuovere il carapace e tutta la porzione esterna. La parte delicata è la rimozione dell’intestino: bisogna incidere il dorso e tirare delicatamente, facendo attenzione a non romperlo.
C’è però un metodo facile per pulire i gamberi e per realizzarlo serve soltanto una cannuccia. Le dimensioni di questa cannuccia devono essere adatte al gambero quindi un po’ più grandi della solita cannuccia. Come prima cosa bisogna effettuare un taglio trasversale con le forbici: è questa la parte che serve allo scopo.
Per pulire il gambero, bisogna tenerlo con una mano e andare ad inserire la cannuccia nella parte centrale di questo, precisamente tra la testa e il corpo. A questo punto, dopo averla inserita, basterò tirarla fuori e applicando una leggera pressione vengono fuori tutte le parti sporche nella testa. Premendo con il pollice, si tira su e verrà così eliminato il filo nero che rappresenta l’intestino.
Una volta puliti tutti i gamberi, bisogna metterli in ammollo in acqua e due cucchiai di sale. In questo modo vengono eliminati i batteri, riducendo il rischio di trovarli sulla superficie del gambero.
