Cronaca Social

Consumi anche tu questo pesce? Fai attenzione, contiene metalli nocivi!

Il consumo di pesce acquistato al supermercato può essere associato alla presenza di metalli nocivi e altre sostanze potenzialmente pericolose per la salute. È essenziale essere informati sui pesci da evitare e sui motivi che giustificano queste preoccupazioni.

Il pesce di origine spagnola è considerato il più pericoloso tra quelli presenti al supermercato, poiché contiene livelli tossici di mercurio. Inoltre, alcuni pesci francesi possono ospitare parassiti come l’anisakis, che provoca sintomi quali dolori addominali, vomito, nausea e diarrea. Per eliminare le larve di anisakis, è necessario cuocere il pesce a 60°C per almeno dieci minuti o congelarlo. Anche le cozze o mitili provenienti dalla Spagna possono essere contaminate dall’Escherichia coli, un batterio intestinale responsabile di gravi infezioni.

Il pesce Pangasio, importato dal Sud est Asiatico e spesso venduto nei discount surgelati, rappresenta un rischio per la salute a causa del suo basso costo e della presenza di metalli pesanti. Anche alcuni prodotti provenienti dal Vietnam sono da evitare per lo stesso motivo.

Alcuni pesci, come il tonno rosso, i gamberi tropicali, il salmone d’allevamento e selvatico (dall’Atlantico), il pesce spada, il merluzzo nordico, gli squali e le razze, dovrebbero essere evitati per motivi ambientali, in quanto la loro pesca o allevamento attuale mettono a rischio l’ecosistema. Purtroppo, questi pesci sono ancora largamente utilizzati.

I pesci con una vita più lunga accumulano molti metalli pesanti nei loro tessuti, che vengono poi ingeriti da noi. È preferibile scegliere specie di pesci con un ciclo vitale più breve, in modo da ridurre l’assunzione di metalli pesanti. Questi pesci sono vantaggiosi per tre motivi: vivono meno tempo e non riescono ad accumulare molti metalli pesanti; sono più economici, il che è utile in periodi di crisi economica; e sono meno inclini all’estinzione se pescati in quantità sostenibili.

I batteri presenti nei prodotti ittici variano in base alle condizioni di conservazione e alla provenienza del prodotto. Tra i più comuni troviamo il Vibrio parahaemolyticus, un batterio che causa diarrea, crampi addominali e nausea, spesso presente in gamberi, granchi e molluschi. La Listeria monocytogenes, un batterio che può causare gravi infezioni alimentari, specialmente in donne in gravidanza, anziani e persone con sistema immunitario compromesso, spesso presente in salmone e tonno. E la Salmonella, un batterio che può causare infezioni alimentari, generalmente associato al consumo di prodotti ittici contaminati.

Per prevenire la contaminazione batterica nei prodotti ittici, è fondamentale conservare correttamente il pesce, cuocerlo adeguatamente, lavare accuratamente gli utensili e le superfici che entrano in contatto con il pesce crudo e lavarsi sempre le mani prima e dopo la manipolazione del pesce. È importante mantenere il pesce a temperature fredde, tra i -1 e i +4 gradi Celsius, per garantirne la sicurezza alimentare.

È cruciale informarsi sulla qualità e l’origine dei prodotti ittici che consumiamo, leggendo attentamente le etichette e informandosi sui possibili rischi per la salute associati a determinati tipi di pesce. Scegliere pesci con cicli vitali più brevi e prestare attenzione alle condizioni di conservazione e preparazione può contribuire a ridurre l’esposizione a metalli pesanti e batteri nocivi.