Cronaca Social

Coppia gay a ‘Ballando con le stelle’: la protesta del ‘Popolo della Famiglia’

Stasera ritorna il famoso programma della Rai. In gara anche una coppia gay. Lettera di protesta da parte del movimento di Mario Adinolfi.

Mancano pochissime ore. Lui è “terrorizzato”. Giovanni Ciacci, costumista Rai ed esperto di moda a ‘Detto Fatto’, stasera debutterà in qualità di ballerino nello show di Milly Carlucci ‘Ballando con le stelle’. E il suo partner sarà il ballerino professionista Raimondo Todaro.

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Lo show di prima serata della rete ammiraglia della Rai, dunque, apre le porte ad una coppia omosessuale. E se in molti plaudono alla ‘apertura’, c’è anche chi ha scritto una lettera di protesta.

È il ‘Popolo della Famiglia’ di Forlì che fa capo a Mario Adinolfi, conosciuto per le sue idee conservatrici che contrastano “il diffondersi dell’ideologia gender”, ma anche l’aborto, l’eutanasia, il divorzio breve, l’unione civile e il biotestamento. Ecco il testo della missiva inviata alla sede Rai di Bologna.

L’operazione vergognosa compiuta da Raiuno e ‘Ballando con le stelle’ con la coppia di maschi chiamata a dar scandalo per attirare l’attenzione sul programma, davvero poteva esserci risparmiata con i soldi del canone pagati dalle famiglie italiane e in misura sempre maggiore incassati dalla lobby Lgbt (…). Quella di ‘Ballando’ è una operazione ideologica che vuole rappresentare come naturale ciò che naturale non è. Sono sposato a una romagnola e in balera mai visti due uomini ballare; conosco il mondo dei tornei di ballo fino ai livelli internazionali e non sono ammesse coppie di soli uomini; nella danza classica, territorio di gloriosi e immortali danzatori omosessuali, mai le figure sono immaginate tra due uomini. Quella di Raiuno e della Carlucci è quel che è: una tassa ideologica pagata alla lobby lgbt che domina i media, propinata in prima serata quando davanti alla tv ci sono milioni di bambini, per offendere la famiglia naturale con la consueta provocazione omosessualista. Davvero qualcosa che con i soldi del canone Mario Orfeo poteva risparmiarsi, prima di dover ingloriosamente lasciare la Rai ai servitori dei prossimi padroni”.