A pagarne le conseguenze è ancora una volta la popolazione. Kim Jong-un, il dittatore nordcoreano questa volta ha sferrato un duro colpo sui pochi divertimenti che erano rimasti: stop a feste a base di alcool e canti.
La clamorosa decisione arriva a pochi mesi di distanza da quella di cancellare il ‘Pyongyang Beer Festival’. Ufficialmente la sospensione era stata una conseguenza del rischio siccità che rischiava di mettere in serie difficoltà il paese.

Ma oggi, anche quel provvedimento assume connotati differenti. Secondo quanto sostengono l’agenzia Yonhap e il National Intelligence Service della Corea del Sud, “Pyongyang sta cercando di arginare il dissesto economico tra i suoi cittadini, visto che le sanzioni delle Nazioni Unite – imposte dopo i ripetuti test missilistici e nucleari – hanno iniziato a influenzare l’economia del Paese”.
E nel frattempo, l’intelligence sudcoreana, afferma anche che è sempre più concreta “la possibilità che quest’anno la Corea del Nord possa sparare una serie di missili balistici spacciandoli per lanci satellitari e un pacifico sviluppo spaziale”. Colpa degli USA che hanno inserito la Corea del Nord in una sorta di black list dei Paesi accusati di sponsorizzare il terrorismo: “una grave provocazione” che giustificherebbe il mantenimento della “spada nucleare” contro gli Stati Uniti.
Insomma, la colpa sarebbe degli altri.