«Ci avete salvato la vita, grazie. Amiamo lo Spallanzani, amiamo l’Italia». Lo aveva detto a una voce la coppia cinese guarita dal Coronavirus a Roma, nel nostro Paese che ancora una volta ha dimostrato di avere la forza di affrontare le difficoltà e di superarle, con senso del dovere e abnegazione.
L’Italia e i medici dello Spallanzani, ma come loro ce ne sono tanti altri lungo lo Stivale, sono rimasti nel loro cuore: tanto da donare 40 mila dollari all’istituto romano per sostenere la ricerca. Un atto di generosità e di gratitudine.
Tutto ha avuto inizio in una sera di fine gennaio in un famoso albergo romano. La coppia proveniente da Wuhan, epicentro dell’epidemia in Cina, comincia ad accusare i primi sintomi. Lui ha 65 anni, lei uno di più. I segnali sono preoccupanti, anche se la diffusione del Coronavirus in Italia è ancora sotto controllo.

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Dopo il primo soccorso e la messa in sicurezza del personale della struttura alberghiera, marito e moglie vengono trasferiti allo Spallanzani, dove restano per 49 giorni. Lì ricevono tutte le cure e le attenzioni di cui necessitano.
Le loro condizioni appaiono subito gravi, lui sviluppa subito la polmonite, a lei viene poco dopo. In terapia intensiva li intubano e somministrano loro una terapia antivirale e antinfiammatoria. Nel frattempo arriva in Italia anche la figlia. La coppia cinese guarita allo Spallanzani riesce a superare una serie di crisi respiratorie, e alla fine ce la fa.
Vengono dimessi e trasferiti al San Filippo Neri per la riabilitazione. Le dimissioni tanto attese arrivano il 20 aprile scorso, insieme a una festa con i medici dell’ospedale. L’Italia è ancora nel pieno della pandemia da Coronavirus, e i due signori non si dimenticano del bene ricevuto.
Adesso arriva anche la donazione «per riconoscenza». Dice un proverbio cinese: «Quando torni da un viaggio non sei più lo stesso di quando sei partito». E forse, proprio in questo caso, rispecchia perfettamente i sentimenti della coppia di Wuhan , che ora si sente un po’ anche italiana.