Il Coronavirus e l’effetto raffreddore sono stati messi in relazione attraverso uno studio che rivelerebbe quanto importanti siano gli anticorpi nella lotta alla pandemia, di cui si teme un ritorno anche in Europa a inizio autunno.
«Un lavoro interessante, che potrebbe spiegare alcuni elementi rimasti finora nell’ombra, come ad esempio la diversità della risposta alla malattia fra i pazienti»: ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università di Milano.
Studi recenti avevano portato alla luce risposte interessanti circa le cellule T specifiche a Sars-CoV-2 in persone non esposte al virus. Un aspetto che aveva acceso una lampadina nelle menti degli studiosi che da mesi studiano il Coronavirus e l’effetto raffreddore.
Adesso gli immunologi statunitensi spiegano come questi dati derivino in parte dalla memoria sviluppata dalle cellule T contro i Coronavirus del comune raffreddore. «Un meccanismo non dissimile da quello che si verifica nel caso dell’influenza, una cross-reattività che potrebbe spiegare anche perché ci sono risposte molto diverse alla malattia nei pazienti con Covid-19»: ha aggiunto Pregliasco.

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A inizio anno, gli studiosi avevano evidenziato la risposta immunitaria adattiva a Sars-CoV-2 in diversi pazienti, cellule T CD4 e reattive al Sars-CoV-2 nel 50% delle persone del campione preso in esame.
La teoria era che questa immunità preesistente fosse dovuta alla memoria delle cellule T rispetto ai Coronavirus del raffreddore umano comune (HCoVs), che condividono una sequenza parziale con Sars-CoV-2. Per dimostrarlo, i ricercatori hanno analizzato i campioni di sangue umano raccolti prima del 2019, quando è emerso il virus pandemico, sottoponendoli a test progettati ad hoc.
Gli studiosi hanno rilevato in questo modo delle cellule T cross-reattive sia per Sars-CoV-2 che per i comuni Coronavirus del raffreddore (HCoV-OC43, HcoV-229E, HCoV-NL63 e HcoV-HKU1). Secondo quanto scoperto, è plausibile ipotizzare che un’esposizione preesistente ai virus del raffreddore possa contribuire ai diversi stadi della malattia nei pazienti affetti dal Covid-19.
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