Un nuovo studio italiano ha aggiunto un tassello importante alla ricerca scientifica sul Coronavirus. Condotto da un team di esperti dell’Ospedale Figlie di San Camillo di Cremona, il lavoro scientifico è stato pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Journal of Infections Disease.
Coronavirus: fibrosi polmonare dopo le forme più gravi
Il 25% dei pazienti che contraggono una forma grave di Covid-19 farebbero i conti, una volta guariti, con la fibrosi polmonare. Lo studio italiano, quindi, mette in primo piano ancora una volta il fatto che, molto spesso, chi sopravvive al Coronavirus va incontro a dei danni permanenti dopo la diagnosi di negatività.

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I risultati sopra citati sono frutto di uno studio osservazionale che ha monitorato le condizioni di 90 pazienti, quasi tutti di sesso maschile. Ai soggetti in questione è stata effettuata una TAC all’ingresso in ospedale e un’altra a un follow up di 8 settimane, in concomitanza con le dimissioni.
Come evidenziato al Il Fatto Quotidiano dal Dottor Maurizio Marvisi, pneumologo e autore senior dello studio scientifico, tutti i pazienti presi in considerazione erano casi severi di Covid-19 sottoposti a ventilazione meccanica non invasiva.
Entrando ulteriormente nello specifico dei risultati, è bene rammentare che le forme di fibrosi polmonare sono state riscontrate soprattutto in pazienti di sesso maschile, fumatori e con una storia clinica di ipertensione.
Concludiamo ricordando che, dopo diverse evidenze scientifiche arrivate dalla Cina, questo studio è il primo a indagare, a livello europeo, il rischio di avere a che fare con la fibrosi polmonare dopo il Covid-19.
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