La fuga di notizie sul decreto governativo e quella dei pendolari che dal Nord sono scappati al Sud nella notte precedente all’ufficializzazione. Ospedali al collasso che ragionano come in guerra: si sceglie chi curare e chi no. Ma in Lombardia basta l’autocertificazione?
L’intera Regione e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia sono chiuse in entrata e in uscita. Questo almeno sino al 3 aprile. Di fatto, però, ci si potrà muovere anche all’interno del territorio solo per emergenze o «comprovate» esigenze lavorative.

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Comuni e Regioni hanno chiesto chiarimenti su come attuare le direttive emanate dal governo nazionale. Ci sono dei passaggi poco chiari, ma è arrivata una soluzione – criticata dai più – per chi deve andare a lavorare. L’autocertificazione per gli spostamenti, da fare anche sul posto al momento del controllo su strade, treni e aerei. Chi imbroglia però può essere denunciato e rischiare fino a tre mesi di carcere.
La «veridicità dell’autodichiarazione potrà essere verificata anche con successivi controlli» e le forze dell’ordine devono chiedere al cittadino di dire la verità, spiegando anche cosa rischia. Se dovessero essere accertate false dichiarazioni, il soggetto in questione verrà arrestato. I passeggeri in partenza, oltre al biglietto, dovranno fornire un’autocertificazione. Gli stessi controlli li prevedono le città di destinazione. Restano esclusi i passeggeri in transito.

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Nuove norme anche per chi è diretto all’estero: «Per i voli Schengen ed extra Schengen in partenza, le autocertificazioni saranno richieste unicamente per i residenti o domiciliati nei territori soggetti a limitazioni»: spiega Pierpaolo Sileri, viceministro alla salute.
E poi aggiunge: «Nei voli Schengen ed extra Schengen in arrivo, i passeggeri dovranno motivare lo scopo del viaggio all’atto dell’ingresso». Fuori dalle limitazioni di entrata e uscita nelle zone arancioni, sono gli spostamenti per comprovate esigenze lavorative e di salute. I controlli sono a campione e gli interessati potranno comprovare i motivi dello spostamento con qualsiasi mezzo, inclusa una semplice dichiarazione verbale.
«La filosofia con cui ci rivolgiamo al cittadino non è quella del lasciapassare da procurarsi a tutti i costi, ma del più alto senso di responsabilità da parte di ognuno di noi»: conclude il viceministro. Per i motivi di salute, inoltre, sarà meglio mostrare un certificato medico; nel caso di motivi di lavoro, una dichiarazione dell’azienda.