Dopo tre giorni di ‘cauto ottimismo’, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha comunicato una pessima notizia: «I numeri purtroppo non sono molto belli, il numero dei contagiati è aumentato un po’ troppo rispetto alla linea dei giorni scorsi».
E ancora: «dovremo valutare se è un fatto eccezionale determinato da qualche episodio particolare o se è un trend in aumento, il che sarebbe un po’ imbarazzante».
L’aumento è di 2.500 persone. Fontana ha spiegato che «non sono ancora state fatte analisi» su quali zone siano più colpite. «Non so se sia arrivato il picco o se ci sia sfuggito qualcosa – ha aggiunto il governatore – queste valutazioni spettano ai tecnici, io posso solo dire che personalmente sono preoccupato».
LEGGI ANCHE: Coronavirus, Salvini contro la Cina e Conte.
A proposito dei tamponi, però, come riportato dall’Ansa, sono state fatte «speculazioni vergognose», ricordando le indicazioni del 27 febbraio scorso dell’Istituto Superiore della Sanità che sostiene come «i tamponi si facciano solo ai sintomatici e per gli altri siano fuorvianti. Noi siamo la Regione che ha fatto in assoluto il maggior numero di tamponi», sottolineando che sono state «rispettate le direttive».
«Lunedì abbiamo mandato all’organismo tecnico una richiesta per sapere se le linee guida debbano essere confermate» e non sono arrivate risposte. Se le indicazioni cambieranno «noi seguiremo le nuove» a due condizioni, cioè «che mi si dia tutto quanto è necessario per fare i tamponi» e che i laboratori della Lombardia al momento riescono a processarne a pieno regime 5mila al giorno. Pertanto, «devono metterci in grado» di processarne di più. A cinquemila al giorno, considerato i 10 milioni di lombardi ci vorrebbero «quasi tre anni di tempo», ha detto Fontana.
LEGGI ANCHE: Coronavirus, cambia ancora il modulo per l’autocertificazione.