In Veneto i casi positivi al coronavirus sono saliti a 1937, 264 in più rispetto a ieri. Lo ha comunicato la Regione, specificando che 366 persoe sono ricoverate negli ospedale (più 16 rispetto a ieri), di cui 119 in terapia intensiva.
I dimessi dal 21 febbraio sono 107, mentre i decessi sono saliti a 55. Il maggior numero dei casi è stato registrato nella provincia di Padova (escluso Vo’ Euganeuo): 529. Poi nella provincia di Treviso (376) e in quella di Venezia (282).
Il maggior numero dei nuovi casi riguarda Padova (+79), seguita da Treviso (38), Verona (36), Venezia (26), Vicenza (21), Belluno (12), Rovigo (11), tre pazienti appartengono ad aree fuori Veneto e per 38 è in corso l’assegnazione dell’area provinciale di competenza. Non sono stati registrati nuovi casi positivi a Vo’.
Intanto, Maria Rosaria Capobianchi, direttrice della Virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha affermato: «In molte regioni la curva dell’epidemia» da nuovo coronavirus, «cominciata più tardi, è in salita».
Mentre «la crescita dei casi sta rallentando nelle regioni dove l’epidemia è cominciata, altrove invece c’è un aumento sostenuto. Potremmo raggiungere anche in altre zone gli stessi, attuali numeri di Lombardia, Veneto ed Emilia- Romagna in proporzione agli abitanti», ha aggiunto.
Infine, l’attacco di Matteo Salvini, ospite di Canale Italia: «La gente sta cominciando a capire, ma non in tutta Italia», la gravità della situazione «dovrebbe essere capita soprattutto in certe città del Sud Italia. Se il virus non viene fermato o controllato e arriverà in alcune regioni del Sud, dove la sanità non ha strutture come in Lombardia o in Veneto, si rischia il disastro».
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