La rivolta delle mamme sceglie i social per gridare un diritto sacrosanto per i più piccoli: soffrono la clausura forzata e hanno bisogno di far passare le giornate senza ulteriori traumi. I bimbi sono tra i soggetti più a rischio, non solo clinicamente ma anche psicologicamente. Come fai a spiegare a un bambino che, improvvisamente, non può più andare a scuola, uscire, incontrare gli amichetti?
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Gli esperti parlano di veri e propri traumi, traumi che bisogna ridurre al minimo. Per questo ci sono le mamme e i papà, che ogni giorno cercano un modo nuovo per fare passare qualche ora senza pensieri ai propri figli. Gli stessi ai quali si sta negando una crescita serena.
Certamente le motivazioni sono più che valide e le misure di prevenzione necessarie. Ma la quarantena, dura per tutti, è ancora più dura per chi non può capire fino in fondo cosa sta succedendo. È dura per chi capisce, ma soffre, indipendentemente dall’età.
«Da un mese a casa abbiamo finito i pennarelli, ma non posso comprarli», «Non possiamo più colorare arcobaleni», «Posso comprare un profumo, un rossetto, una bottiglia di vino, le sigarette ma non il pongo a mia figlia di due anni»: questi alcuni commenti delle mamme in rivolta.
Difendono lo svago, il diritto al gioco dei bambini costretti a rimanere in quarantena. Il decreto mette in difficoltà la gestione dei più piccoli, non consente l’acquisto di beni che non siano di prima necessità, anche se all’interno dei supermercati. Sembra non si voglia far concorrenza sleale alle cartolibrerie chiuse.
A risentirne non sono solo le attività ludiche, ma anche quelle didattiche, quelle che si devono portare avanti a distanza. Non ci sono gli strumenti per tenere impegnate le menti dei bambini, per garantire il normale svolgimento delle lezioni.
E, anche se Amazon e concorrenti cominciano a fare distinzione tra spedizioni urgenti e non, alcune cartolerie si organizzano per rimanere aperte online e garantire l’acquisto di prodotti che possono diventare di prima necessità. La necessità primaria è quella di garantire l’equilibrio psicofisico dei propri figli.
«Noi mamme affrontiamo questa emergenza sanitaria con i nostri figli ogni giorno e abbiamo il dovere di rendere le loro giornate spensierate e piene di colore»: si legge sulla pagina di un’associazione. Come questi ce ne sono tanti di commenti.