Cronaca Social

Coronavirus, Ricciardi: “L’Italia cammina su una lama di rasoio”

Walter Ricciardi, professore di Igiene all’università Cattolica di Roma e consigliere del ministro della Salute, intervistato da La Repubblica sullo stato dell’epidemia.

Walter Ricciardi, professore di Igiene all’università Cattolica di Roma e consigliere del ministro della Salute, intervistato da La Repubblica, ha affermato che «camminiamo su una lama di rasoio». Con 700 focolai, «l’Italia rischia una seconda ondata ancor prima dell’autunno».

L’esperto ha sì lodato l’Italia che ha appiattito la curva dei contagi ma ha individuato dei «buchi neri». «Il primo, il più importante, è il mantenimento delle distanze, le mascherine e il lavaggio delle mani. Dove questo non è possibile, devono intervenire le regole». Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, «hanno funzionato le misure sui treni ad alta velocità».

Tra i punti deboli «uno dei più seri è l’eterogeneità fra Regioni. L’abbiamo visto in Spagna, dove ogni autonomia ha preso decisioni proprie. In Italia le differenze nei trasporti sono solo un esempio. La frammentazione ha ricadute anche sulla capacità di fare tamponi, contenere i focolai, vaccinare contro l’influenza, organizzare la risposta sanitaria in caso di aumento dei contagi. La frammentazione è ancora più evidente se guardiamo ai medici di famiglia».

mascherina

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Ricciardi ha poi ammesso: «L’Italia rispetto ad altri Paesi ha ascoltato la scienza, almeno a livello nazionale. Questo non è accaduto in Israele, dove la responsabile del sistema sanitario si è dimessa in dissenso con il suo governo. Israele, che ha gestito bene la prima fase, ha poi riaperto troppo presto tutte le attività. Non ha ascoltato i suoi scienziati ed è precipitata in una seconda ondata molto problematica».

Quanto al virus, «è indifferente alla politica. Contagia seguendo le sue regole, e i fatti hanno dimostrato che laddove si prendono decisioni divergenti dalla scienza, l’epidemia riprende forza. Questo non danneggia solo la salute, ma anche l’economia. Lo sa bene la Spagna, che per aver riaperto in anticipo alcune regioni ha perso il controllo dei focolai e ha buttato la stagione turistica».

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