In Italia sono almeno 30 i sacerdoti deceduti a causa dell’emergenza da Covid-19, tra questi poco più della metà nella diocesi di Bergamo. La Lombardia continua a essere la regione maggiormente colpita dalla pandemia. Ma, in questo caso, la generosità va oltre la propria salvezza. Rinuncia al respiratore per aiutare un paziente più giovane: così sarebbe morto il sacerdote.
La vittima si chiamava don Giuseppe Berardelli, 72 anni, arciprete della parrocchia di San Giovanni Battista da 14 anni. Si è spento nella notte tra il 15 e il 16 marzo, nell’ospedale di Lovere, dove si trovava ricoverato. Negli ultimi giorni le sue condizioni sono peggiorate e non ce l’ha fatta.
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Pare che, nonostante i fedeli avessero acquistato un respiratore appositamente per lui, avesse rinunciato di sua spontanea volontà per far sì che venisse impiegato per curare un paziente più giovane. Questo è quello che un operatore sanitario della casa di riposo San Giuseppe ha raccontato al periodico Araberara.
«Don Giuseppe è morto da prete. E mi commuove profondamente il fatto che lui, arciprete di Casnigo, abbia rinunciato di sua volontà al respiratore che lo teneva in vita per destinarlo a qualcuno più giovane di lui»: ecco la dichiarazione rilasciata al giornale locale.
«Ascoltava tutti, chiunque si rivolgeva a lui sapeva che poteva contare sul suo aiuto»: è il commento di Clara Poli, ex sindaco di Floriano, dove per anni don Giuseppe è stato parroco. Ancora in ginocchio la Lombardia. In prima linea i medici e il personale sanitario, provenienti da tutta la nazione e di qualsiasi età, contro la seconda pandemia del nostro secolo.
Tanti si stanno sacrificando per un fine comune, quello di sconfiggere il Coronavirus. E don Giuseppe Berardelli ha scelto di fare la sua parte. Rinuncia al respiratore per donarlo a una persona più giovane di lui. Un sacrificio che ha commosso la comunità, e non solo, che dimostra come – ognuno secondo le proprie possibilità e attitudini – tutti stiano dando il proprio contributo.
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