La crisi di governo sta mostrando il Partito Democratico ancora più disunito del solitoa tal punto che il rischio scissione non è un’ipotesi campata in aria.
Da un lato, infatti, c’è Matteo Renzi che vorrebbe entrare a far parte di un governo di scopo e politico con il Movimento Cinque Stelle (e con chi altro ci sta) con l’obiettivo dichiarato di evitare l’aumento dell’IVA e mettere in sicurezza i conti pubblici italiani, come riportato dallo stesso toscano su Facebook.
Dall’altro, però, c’è il segretario nazionale del PD Nicola Zingaretti che ha bocciato pubblicamente queste ipotesi così: “Non è credibile l’ipotesi di un governo per fare la manovra economica e portare poi alle elezioni, sarebbe un regalo a una destra pericolosa che tutti vogliono fermare. Apriamo la crisi e vedremo con il presidente Mattarella qual è la forma migliore e più credibile per contribuire a salvare l’Italia. Di fronte ai pericoli che ci sono per la democrazia sarebbe sbagliato dividerci“.
Zingaretti, al contempo, sottolinea la necessità di mantenere il partito unito: “Siamo agli inizi di un percorso difficile – ha aggiunto – ci sarà una crisi di governo i cui tempi e modi saranno decisi nelle prossime ore, poi ci sarà il Presidente della Repubblica Mattarella, non Salvini, che deciderà tempi e scadenze. Per quel che ci riguarda ci saranno i luoghi previsti dalle nostre regole per discutere insieme le scelte da fare“.
Da rimarcare poi le dure parole espresse dall’europarlamentare Carlo Calenda ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital: “Il PD è finito […] Dopodichè può decidere di andare oltre sé stesso, rilanciarsi, ricostruirsi in qualcosa di diverso”, sottolineando che “ci sono due Pd: uno ha i gruppi parlamentari e un altro ha il partito“.
In effetti, c’è chi pensa che Matteo Renzi non abbia interesse ad andare subito al voto perché Zingaretti (ovviamente) inserirebbe in cima alle liste i propri uomini e i renziani in questo modo subirebbero un duro colpo.
Insomma, la compattezza pretesa dal segretario nazionale rischia di restare solo un desiderio e ciò a indubbio vantaggio della coalizione di centrodestra che potrebbe rinascere da un momento all’altro.
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