«Trovo che sia aberrante che una ricerca della verità di questo tipo sia in attesa degli umori di un programma televisivo. Di fronte alla sottrazione di Denise Pipitone che era sparita, per cui credo che sia stato compiuto un reato e lo dico con sarcasmo perché non penso che quella bambina 17 anni fa avesse l’autonomia per costruirsi una vita, oggi c’è un ipotesi che non è vagliata né dalla magistratura italiana che potrebbe farlo né da quella russa. La vicenda non può essere chiarita in base all’iniziativa privata di un editore televisivo».
Così all’Adnkronos il conduttore di Quarto Grado Gianluigi Nuzzi a poche ore dalla notizia sul Dna di Olesya, la ragazza russa che potrebbe essere la piccola Denise Pipitone. «Né la magistratura italiana né quella russa sono intervenuta per chiarire la cosa – ha aggiunto Nuzzi – pensare che il dramma della madre di Denise e di un paese intero sia appeso agli umori di un editore televisivo di un altro paese lo trovo francamente offensivo. Mi stupisce che non si siano attivati i canali diplomatici, siamo qui passivi a dire: ‘speriamo che facciano il test del Dna e ce lo comunichino’. Io mi tolgo da questo gioco, non so se quella ragazza è Denise o meno e nemmeno mi interessa perché non mi sottopongo a questo stress emotivo dettato da non so neanche chi sia».
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«L’avvocato della famiglia di Denise ha fatto benissimo ad evitare di andare in televisione prima che gli sia comunicato il test del DNA – ha continuato il conduttore – lo trovo il minimo sindacale. Se invertissimo le parti e fosse una televisione italiana ad occuparsi di una bambina sparita in Russia facendo delle pressioni sui familiari probabilmente finiremmo in prima pagina su tutti i giornali russi con le proteste di Putin che ovviamente controlla ogni cosa».
«Non so se la magistratura italiana ritiene che si possa riaprire il caso della scomparsa di Denise viste queste novità o se ancora è troppo presto, tutta questa situazione mi sembra delirante. Non è che stiamo parlando di un gattino ritrovato ma di un sequestro di persona, di una cosa molto seria perché se quella ragazza fosse Denise si aprirebbe un capitolo su come e da chi è stata sottratta. Ci sono degli aspetti penali che non sono caduti nell’oblio ma sono ancora presenti. Prima arriva la giustizia. E se poi quel Dna non è vero? Io mi devo fidare della televisione russa? Ma stiamo scherzando? Già non mi fido dei magistrati russi figurati di una tv privata!», ha concluso Nuzzi.
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