Cronaca Social

Di Maio non è più il capo politico del M5S: “Per ora al mio posto c’è lui”

Il Ministro degli Esteri si è dimesso dall’incarico di capo politico del MoVimento 5 Stelle.

Ora è ufficiale: Luigi Di Maio si è dimesso dall’incarico di capo politico del MoVimento 5 Stelle.

Il ministro degli Esteri, in occasione della presentazione dei facilitatori regionali del M5S al Tempio di Adriano, a Roma, ha annunciato che «da stasera, come da regolamento, le mie funzioni passeranno al membro più anziano del Comitato Di garanzia, Vito Crimi, che ringrazio», aggiungendo che «Crimi e il team del futuro ci porteranno fino agli Stati generali dove discuteremo sul cosa. Subito dopo gli Stati generali passeremo al chi».

Sul premier Giuseppe Conte, Di Maio ha detto: «Tra le persone incredibili che ho incontrato c’è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a cui non si deve insegnare nulla. Gli ho sempre detto che quella che per me era preoccupazione per lui è diventata ammirazione. È la nostra più alta espressione del concetto che i cittadini possono fare politica e si fanno stato. Non siamo stati sempre d’accordo ma ha capacità politica e onestà intellettuale rara e sono orgoglioso della scelta fatta».

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Di Maio ha anche ringraziato il Capo dello Stato Sergio Mattarella «per il lavoro incessante che ha fatto e che ha consentito al Movimento di fare parte di due governi».

L’ex vicepremier, però, ha tenuto a precisare che «non ci penso per nulla a mollare, per quanto mi riguarda si chiude solo una fase».

Così, invece, Di Maio ha salutato i presenti: «Gianroberto Casaleggio in tutti gli anni in cui l’ho conosciuto mi ha fatto un solo regalo: il libro ‘Elogio della cravatta’, e mi propose di approfondire il nodo perché anche quello è comunicazione. Per me ha rappresentato sempre un modo per onorate le istituzioni, quindi nel ringraziarvi… me la tolgo».

Laconico il commento di Matteo Salvini: «Di Maio abbandona la guida dei 5Stelle al tracollo, Zingaretti annuncia lo scioglimento del PD, Renzi litiga con tutti. Il governo è finito».

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