Va ricordato sempre: non esiste dieta che funzioni senza la collaborazione del nostro cervello. I meccanismi che hanno a che fare con le dinamiche di fame-sazietà dipendono dal cervello, addetto a regolare quei meccanismi di funzionamento dell’organismo. Senza l’aiuto del cervello, quindi senza una “mens sana”, non c’è il “corpore sano”. E ci sono diverse tipologie di comportamenti alimentari che portano avanti una dieta. Qui parleremo di un tipo di digiuno.
Il dimagrimento comporta un certo numero di rinunce. se questa fatica diventa un pensiero fisso, la dieta dimagrante può diventare semplicemente e dannosa. I pensieri negativi sono zavorra nel proseguo del nostro regime alimentare. Pensiamo a fare solo le cose necessarie “per il proprio bene, per la propria salute”.

Se parliamo di digiuno intermittente, siamo consapevoli che, sì, va bene, ma non è per tutti. Il professor Nicola Sorrentino, dietologo e direttore di Iulm Food Academy parla in un’intervista dei pericoli di un regime alimentare “efficace nella perdita di peso” ma che spesso non ha la consulenza del medico. Serve al “miglioramento del metabolismo” ma non viene accompagnato da un controllo competente. Il che rende un comportamento, un’abitudine alimentare, anche cauta, un possibile danno per la propria salute.
“Il digiuno è una pratica molto antica – spiega Sorrentino – che può apportare diversi benefici tra i quali il fenomeno dell’autofagia cellulare con conseguente aumento delle difese immunitarie. Ma non dimentichiamo che per essere efficace nella perdita del peso deve essere accompagnato da una dieta ipocalorica e non può essere adottato da diverse tipologie di pazienti”. Già, perché non tutti coloro che vogliono seguire un regime alimentare simile sono adatti. Alcune patologie croniche e altre condizioni sono un ostacolo a una dieta del genere.