Si chiamano dispositivi anti-abbandono. Se ne torna a parlare ogni volta che perde la vita un bambino dimenticato in auto. Ogni volta si dice di volerli rendere obbligatori in auto, ma poi come si dice “finita la festa, gabbato lo Santo”.
Eppure non è così complicato. In commercio ce ne sono diversi.
C’è Remmy, un sistema di allarme sonoro ideato da due papà Carlo Donati e Michele Servalli. È collegato al seggiolino del bambino e funziona rilevandone il peso.
Se al momento dello spegnimento del motore il piccolo è ancora seduto, il dispositivo inizia a suonare. Lo si può acquistare online (www.remmy.it).
Per gli irriducibili della tecnologia c’è “Child Reminder Alert” (in italiano “Promemoria Bimbo in Auto”), una funzione di Waze, il navigatore di Google.
Una volta arrivato a destinazione, un messaggio registrato in precedenza ricorda di controllare che in auto non ci siano bambini.
E poi c’è l’idea degli studenti dell’ISIS Enrico Fermi di Bibbiena (Arezzo), il seggiolino “Ricordati di me”.
Il progetto ha vinto l’edizione 2013 del concorso per giovani inventori “InvFactor”, organizzato e promosso dal CNR e dall’IRPPS.
Il seggiolino, collegato all’impianto elettrico dell’auto, entra in funzione nel momento in cui rileva la presenza del bambino a motore spento e con lo sportello lato guidatore aperto: si accendono le quattro frecce, si abbassano i finestrini (per evitare il soffocamento) e arriva una serie di sms ad un numero preimpostato.
Questo dispositivo è, purtroppo, solo una idea e non è ancora in commercio, ma ha destato l’interesse del deputato Marco Donati.
Insomma i rimedi ci sono. Perché non usarli?