Cronaca Social

Disturbi confusi con patologie legate al mondo del lavoro

Un’indagine condotta dalla piattaforma di benessere mentale Serenis evidenzia che l’80% dei pazienti che iniziano un percorso di psicoterapia a causa di difficoltà correlate al lavoro non riceve una diagnosi di conferma. Ma perché tendiamo a pensare che il lavoro sia la causa dei nostri malesseri? E quali sintomi ci confondono? Scopriamo insieme i campanelli di allarme che segnalano disagi legati alla sfera professionale e i sintomi che creano disordine.

Secondo l’indagine di Serenis (https://www.serenis.it/), su un campione di oltre 3000 persone, solo il 20% dei pazienti che denuncia problemi legati al mondo del lavoro riceve una diagnosi confermata.

Il lavoro, essendo il luogo in cui trascorriamo gran parte del nostro tempo, può essere il trigger per altre difficoltà psicologiche. La capacità di sostenere una vita lavorativa autonoma è considerata un parametro anche per la salute mentale. Tuttavia, il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente e spesso non si allinea con la preparazione accademica dei lavoratori, generando confusione negli obiettivi e nelle prospettive. Le aspettative familiari contribuiscono a creare un ampio gap.

Dallo studio emerge inoltre che il 37% delle persone che cercano aiuto per problemi correlati al lavoro soffre di ansia, il 22% intraprende un percorso di crescita personale, il 19% ha problemi di autostima e il 17% affronta difficoltà relazionali. Altri disturbi correlati includono lo stress (8%), crisi esistenziali (7%), problemi di coppia (5%), disturbi depressivi (4%), gestione dei conflitti (3%), oltre a disagi legati al lutto, traumi, disturbi dell’umore, attacchi di panico, comportamento alimentare e disturbi del sonno.

Ne parla la psicoterapeuta cognitivo-comportamentale di Serenis

“Spesso si tratta di gestione dell’ansia non efficace, di problematiche ossessive che aumentano il carico di lavoro in modo eccessivo e che fanno percepire una responsabilità abnorme rispetto alle reali mansioni, oppure di poca capacità di concentrazione e di impulsività non diagnosticate nell’infanzia che rendono molto difficile l’organizzazione del lavoro. Le problematiche relazionali e familiari hanno anche un carico importante: insomma è un po’ come se il lavoro fosse un calderone in cui bolle di tutto”, aggiunge Martina Migliore.

In caso di sospetta patologia legata al lavoro, è consigliabile cercare un consulto con uno specialista. Gli psicoterapeuti, in particolare, possono fornire supporto, diagnosi e trattamenti mirati per scoprire l’origine del malessere e promuovere il benessere mentale.