Dopo la Corea del Nord, gli USA da oggi hanno rispolverato un nemico: l’Iran.
Il presidente Donald Trump, infatti, ha annunciato una nuova strategia:
- negare a Teheran “ogni via per l’arma nucleare”;
- contrastare la minaccia dei missili balistici e “di altre armi asimmetriche”;
- “neutralizzare la sua influenza destabilizzante” nella regione;
- “contenere la sua aggressione, specialmente il suo sostegno al terrorismo e ai militanti”.
Inoltre, l’amministrazione di Trump si è posta come obiettivo quello di negare all’Iran i fondi per le sue “attività maligne“.
E non finisce qui. Perché gli USA intendono coinvolgere in questo nuovo e preoccupante fronte di tensione anche la Comunità internazionale al fine di “condannare le evidenti violazioni dei diritti umani dell’IRGC e la sua ingiusta detenzione di cittadini americani e di altri stranieri con accuse pretestuose”.
Lo scopo ‘madre’ è, poi, quello di “negare al regime iraniano ogni via per l’arma nucleare“.

Gli USA accusano l’Iran di sostenere il regime di Assad, dell’ostilità nei confronti di Israele, di minacciare la libertà di navigazione (in particolare nel Golfo Persico) e di avere avviato cyber attacchi contro gli Stati Uniti, Israele ed altri alleati americani in Medio Oriente.
La Casa Bianca ha, quindi, fatto sapere che è il momento “per il mondo intero di unirsi a noi nel chiedere che il governo iraniano metta fine al suo perseguimento di morte e distruzione”.
Ora, la prossima mossa – che potrebbe arrivare oggi stesso – potrebbe essere la conclusione dell’accordo sul nucleare stretto il 2 aprile 2015 tra USA, Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Germania (guidati da Barack Obama) e il presidente iraniano Hassan Rohani.