184 morti è il terribile bilancio provvisorio di un attentato che è avvenuto in una moschea del Nord del Sinai, in Egitto.
Oltre alle vittime, si segnalano anche almeno 120 feriti.
Si tratta dell’attentato più sanguinoso nella regione dal 2013.
L’attacco è avvenuto alla moschea al-Rawdah, a Bir al-Aved, a ovest della città di Arish.
Stando a una prima ricostruzione, gli attentatori avrebbero prima provocato un’esplosione e, poi, aperto il fuoco sui fedeli riuniti per la preghiera collettiva del venerdì.
Over 180 killed in #Egypt Mosque Attack. RIP Souls #mosqueattack pic.twitter.com/nRAVhxEPy7
— Narendra Modi (@narendramodi177) 24 novembre 2017
“Hanno colpito anche le ambulanze con i feriti“, ha raccontato Ahmed Al-Ansary, funzionario dei servizi di soccorso citato dal Daily News Egypt.
L’attacco non è stato ancora rivendicato.
L’esercito egiziano – come si apprende da Agi.it – ha riferito di avere ucciso due “miliziani” e di aver distrutto diversi “covi di terroristi” sulla penisola del Sinai, all’interno dei quali c’erano “grandi quantità di materiale esplosivo“.
Il Governo del Cairo ha proclamato 3 giorni di lutto nazionale a seguito dell’attentato.
#BREAKING: #Egypt President Sisi to hold an emergency security cabinet meeting after large scale attack in north #Sinai mosque killed 50-70 people pic.twitter.com/sP5PFx2RjO
— Anna Ahronheim (@AAhronheim) 24 novembre 2017