
Un anno di carcere.
È questa la richiesta che il Pubblico Ministero ha fatto al giudice monocratico del tribunale di Roma ai danni di Raoul Bova.
L’attore, 46 anni, infatti, è accusato di avere messo in atto una “dichiarazione fraudolenta mediante artifici“.
Il processo in cui Bova è imputato riguarda anche la sorella dell’attore Daniela e la sua ex moglie, Chiara Giordana: per la prima è stata chiesta una condanna a un anno e quattro mesi, per la seconda un anno di reclusione.
Secondo l’accusa, Bova avrebbe trasferito alcuni costi alla società che gestisce la sua immagine, la Sammarco Srl.
Da questa sospetta simulazione della cessione di alcuni diritti sui film si sarebbero ottenuti degli sgravi fiscali, pagando un’aliquota Iva più bassa.
Bova avrebbe, quindi, evaso quasi 700mila euro tra il 2005 e il 2011.
“Le accuse mosse a Raoul Bova sono già state bocciate ben due volte da decisioni della Commissione Tributaria: un verdetto ha escluso che il contratto stipulato tra Bova a la Sanmarco fosse fasullo, l’altro ha rilevato la correttezza delle fatture“. Lo ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno, che difende l’attore. “Siamo certi – ha aggiunto – che il giudice penale boccerà per la terza volta queste accuse, che abbiamo smentito con ampia documentazione anche nella giornata odierna“.