Tra i nomi che si sono fatti per affiancare Amadeus sul palco dell’Ariston per l’edizione 2020 del Festival di Sanremo c’è stato anche quello di Chiara Ferragni, l’imprenditrice e social influencer da 17,8 milioni di follower.
Tuttavia sulla moglie di Fedez si è scagliato il Codacons, affermando che la sua presenza sarebbe “diseducativa“. Inoltre, il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori ha minacciato di “intentare una causa legale contro la Rai e ad impugnare dinanzi alla Corte dei Conti e alla Procura il contratto di ingaggio di Chiara Ferragni qualora sia confermato il suo ruolo a Sanremo. Si tratta di una scelta sbagliata per l’azienda, che dovrebbe individuare modelli più adatti all’interno di programmi diretti ad un vasto pubblico, costituito in prevalenza da giovani. Chiara Ferragni è stata infatti oggetto di numerose denunce alle autorità competenti per l’uso totalmente errato dei social network, con particolare riferimento all’utilizzo che la stessa fa su Instagram del proprio figlio, utilizzato a scopo commerciale per promuovere marchi e prodotti vari, in totale violazione delle norme vigenti che tutelano i minori e la loro privacy“.
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Al Codacons ha replicato la Ferragni, 32 anni, con queste parole: “Sono molto colpita dal tempo e dall’aggressività che nelle ultime settimane il Codacons ha destinato alla mia persona e ai progetti che mi riguardano con dichiarazioni infondate e dal contenuto diffamatorio, che screditano me e comunicano ai consumatori informazioni errate“.
E ancora: “È stato consigliato alla Rai d ‘individuare modelli più adatti all’interno di programmi diretti a un vasto pubblico’ (cit.) insinuando in maniera arbitraria che io sia un modello sbagliato. Allo stesso tempo il Codacons ha fatto diverse affermazioni errate e senza fondamento del tipo ‘Chiara Ferragni è stata infatti oggetto di numerose denunce alle autorità competenti per l’uso totalmente errato dei social network’, per le quali invito il Codacons a smentirmi con prove reali e non con illazioni. Ulteriore diffamazione è stata rivolta al film ‘Chiara Ferragni Unposted’, che viene definito in maniera totalmente denigratoria ‘pseudo-documentario’“.
Infine, la Ferragni ha voluto ricordare al Codacons “che nel 2018 attraverso TBS Crew S.r.l. (di cui sono socia fondatrice ed amministratrice delegata) sono stata la prima personalità del mondo social ad associarmi allo IAP-Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, proprio per contribuire alla regolamentazione della pubblicità sui social. Sono rammaricata di come una associazione che tanto ha fatto e tanto fa ogni giorno per noi consumatori non abbia mai cercato un confronto con me e le mie società per delineare nuove regole a tutela del consumo, ma abbia invece scelto la via dei comunicati ostili e infruttuosi“.