Natale è passato già da un paio di settimane. Eppure ancora non si placa il caso su un film Netflix proveniente dal Sudamerica, che parla di un Cristo davvero da scandalo e decisamente sopra le righe, il cui obiettivo – tra l’altro fallito – era portare ironia tra le case in festa nei giorni più belli dell’anno.
La Netflix brasiliana ha presentato un ricorso al Supremo Tribunale Federale (STF) perché annulli la decisione di un magistrato di Rio de Janeiro che, su richiesta di un gruppo cattolico, ha sospeso la trasmissione di un programma umoristico in cui Gesù viene rappresentato come omosessuale.
«Inibisce, zittisce e demotiva la produzione artistica», si legge nel testo del ricorso, diffuso dai media brasiliani, in cui la piattaforma sostiene che la sospensione della trasmissione del programma La prima tentazione di Cristo – realizzato dal gruppo comico Porta dos Fundos, noto per le sue satire di carattere politico e culturale – costituisce «una ingerenza giudiziaria nel contenuto di una opera cinematografica, e dunque un vero caso di censura», la cui conseguenza avrà come effetto la limitazione «dello spettro della libertà di espressione».
Contro la decisione di sospendere la presenza del film su Netflix si è schierata l’Organizzazione degli avvocati brasiliani (Oab), secondo la quale «se il potere giudiziario si mette a decidere quello che può circolare o no nel campo dell’espressione artistica, questo ci porterà a un dirigismo statale che è dannoso per la democrazia».
Nel motivare la sua decisione, il giudice Benedicto Abicair, della Camera per i ricorsi civili di Rio ha detto che la sospensione del programma risulta «utile non solo per la comunità cristiana, ma per la società brasiliana in generale, che è per lo più cristiana».
Alla fine, la Corte suprema brasiliana ha dato ragione a Netflix e ha sbloccato il film. «Non si può supporre che una satira umoristica abbia la capacità di indebolire i valori della fede cristiana, la cui esistenza è attestata in più di duemila anni e in cui crede la maggioranza dei cittadini brasiliani», ha affermato il presidente della Corte suprema Dias Toffoli, segnalando anche che la libertà di parola è un diritto fondamentale in una democrazia.
La trasmissione del programma era stata criticata da pastori evangelici e prelati cattolici, portando a una petizione di ripudio con oltre 1,7 milioni di firme. Il 24 dicembre, inoltre, la casa di produzione del programma è stata attaccata con bombe molotov e uno dei presunti autori dell’attacco, è oggetto di un mandato di arresto internazionale, dopo essere fuggito in Russia.
Insomma, il caso del film con il Gesù Cristo omosessuale diventa un caso mondiale, con detrattori e persone che sostengono che nulla deve essere censurato in nome della religione.
Visto il film, sosteniamo con oggettività che, a parte qualche lampo di sceneggiatura, il prodotto fa davvero poco ridere. Peccato, perché si vede che la fotografia è bella e che chi ci ha lavorato voleva diventare famoso. E, come abbiamo già sostenuto in precedenza, questo film è un’offesa all’ironia.
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