L’intera zona della solfatara di Pozzuoli (Napoli) è stata sottoposta a sequestro preventivo. Il provvedimento arriva un mese e mezzo dopo l’incidente del 12 settembre in cui un’intera famiglia precipitò all’interno del cratere vulcanico: morirono il padre 45enne, la madre 42enne e il figlio di 11 anni. Si salvò solo il secondo figlio della coppia, di 7 anni.
Il pool di magistrati, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, che sta indagando sulla morte dei tre turisti, ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari i sigilli all’intera area della solfatara.
La decisione è motivata dalla carenza delle misure di protezione e di prevenzione di incidenti nell’area.
Stando a quanto trapela dal lavoro degli inquirenti è stata esaminata tutta la documentazione “sulla valutazione dei rischi sia dal punto di vista della sicurezza e della dell’incolumità per tutti i lavoratori, gli utenti e i visitatori, sia per il profilo del rischio legato alla natura del rischi idrogeologico e vulcanologico”.
Secondo il Corriere della Sera, i pm hanno accertato che il documento di valutazione rischi di cui si deve dotare obbligatoriamente la società che gestisce l’area non era più stato aggiornato dal 2009.
La Solfatara di Pozzuoli è uno dei quaranta vulcani che costituiscono i Campi Flegrei ed è ubicata a circa tre chilometri dal centro della città di Pozzuoli.
Si tratta di un antico cratere vulcanico ancora attivo ma in stato quiescente che da circa due millenni conserva un’attività di fumarole d’anidride solforosa, getti di fango bollente ed elevata temperatura del suolo: altre attività simili si riscontrano anche in altre parti del mondo e vengono indicate con il nome di solfatare proprio per la similitudine con quella puteolana.
La Solfatara rappresenta oggi una valvola di sfogo del magma presente sotto i Campi Flegrei, grazie alla quale si riesce a mantenere una pressione costante dei gas sotterranei.