Una voce strepitosa, una vita sregolata ma allo stesso tempo consacrata al suo pubblico: Freddie Mercury, nato il 5 settembre del 1946 e morto il 24 novembre 1991, è un punto di riferimento per tutti gli amanti della musica.
Con i Queen ha fatto emozionare, cantare e ballare il mondo. Tutti sanno chi è, tutti sanno che è morto per via dell’AIDS. Tuttavia, ci sono dei fatti che solo poche persone possono dire di conoscere. Conosciamoli tutti.
Il vero nome e le origini di Freddie Mercury
Il vero nome di Freddie Mercury era Farrokh Bulsara. Nacque a Stone Town, capitale dell’arcipelago di Zanzibar. Ciò non cambia il fatto che Freddie fosse inglese: l’arcipelago di Zanzibar faceva infatti parte, allora, del protettorato britannico.
Freddie visse un’infanzia serena con i genitori Bomi e Jer Bulsara. E aveva una sorella, di nome Kashmira. Il nome Farrokh venne anglicizzato in Frederick e quando il cantante iniziò a frequentare il collegio a Mumbai, cominciò a farsi chiamare Freddie. Cambiò legalmente il nome in Freddie Mercury intorno al 1970, quando formò i Queen.
Chi era Love of my life?
Freddie Mercury ha scritto una bellissima canzone, Love of my life, dedicandola a una persona che amava moltissimo: Mary Austin. La donna è stato il primo amore di Freddie ed è poi diventata la sua migliore amica.
Mary è rimasta al fianco di Freddie anche dopo la relazione e quando ha compreso di essere omosessuale. Gli è rimasta vicina quando ha conosciuto il compagno storico e anche quando ha scoperto di avere l’AIDS. Quando Freddie è morto le ha lasciato gran parte dei suoi averi e la sua casa a Garden Lodge, a Londra.
Freddie Mercury e i francobolli
Freddie Mercury era un appassionato filatelista (collezionista di francobolli). La sua collezione è una delle poche cose conservate dalla famiglia dopo la morte ed è stata esposta in tutto il mondo.
La collezione di Freddie Mercury comprende francobolli provenienti da una vasta gamma di paesi in tutto il mondo. Molti sono dell’Impero britannico e quelli di particolare interesse filatelico sono di Zanzibar. L’album comprende anche un’ampia selezione di francobolli provenienti dall’Est Europa.
Freddie Mercury e il lavoro all’aeroporto
Prima di diventare famoso, Freddie Mercury lavorava come addetto al trasporto bagagli all’aeroporto di Heathrow. Era un lavoro che non gli piaceva granché, ma che tuttavia svolgeva bene, cercando di guadagnare quanto più possibile.
Per ricordare questo momento della sua vita nel 2018 l’amministrazione bagagli dell’aeroporto di Heathrow, insieme a British Airways, ha deciso di rendergli omaggio con una coreografia dedicata a “I Want To Break Free”.
Un pugile mancato
Quando andava a scuola a Zanzibar, Freddie Mercury si sfogava sul ring. Era un ottimo pugile, talentuoso, dal fisico esile ma potente. Non mancava inoltre di praticare altri sport: giocava a tennis, specialmente quando era in vacanza, e si divertiva a guardare Wimbledon.
Gli piaceva anche guardare il rugby, mentre odiava il calcio e il cricket. Inoltre ogni tanto si dilettava con l’hockey e per un periodo si era dedicato alla corsa.
I suoi genitori si vergognavano del suo modo di vestire
Quando era uno studente all’Ealing Art College, Mercury iniziò a sperimentare look diversi per esprimere se stesso. Questa era una cosa che piaceva molto ai suoi amici, ma non ai suoi genitori, che se ne vergognavano.
Lo stesso Freddie Mercury lo ha dichiarato nel documentario Freddie Mercury: A Life, In His Own Words (Mercury Songs Ltd):
I miei genitori erano indignati. Entravo e uscivo da casa in quelli che per loro erano abiti oltraggiosi, con le unghie dipinte di nero, e a quel tempo i miei andavano fuori di testa! Dicevano: “Mio Dio! Non lasciare che i vicini ti vedano. Esci/Entra velocemente! Usa la porta sul retro!”
Il logo dei Queen è una sua opera
La laurea di Freddie Mercury in Art And Graphic Design di Ealing è stata utile: è stato proprio lui a progettare il logo per Queen. L’ha buttato giù dopo l’arrivo di John Deacon, che ha completato la formazione con Brian May e Roger Taylor nel luglio 1971.
Freddie ha spiegato di aver combinato tutte le creature che rappresentavano i segni zodiacali dei componenti: due leoni (John e Roger), un granchio per il cancro (Brian) e due fate per la Vergine, (Freddie). In più ha detto di aver scelto la fenice per la capacità di rinascere dalle proprie stesse ceneri, nella speranza di raggiungere l’immortalità come gruppo musicale.
Non era come appariva
Sebbene fosse noto per il suo atteggiamento buffo ed estroverso, la maggior parte delle persone che conoscevano Mercury personalmente affermano che in realtà il cantante era estremamente timido e introverso.
Proprio questa timidezza era una delle ragioni per cui non concedeva interviste. Roger Taylor disse che nessuno avrebbe mai potuto riconoscere Freddy, nella vita reale: era troppo diverso, gentile, riservato e dolce.
Aveva paura dei piccoli aerei
I Queen hanno fatto il giro del mondo per decine di importantissimi tour, ma Freddie Mercury non ha mai superato la paura dei piccoli aerei. In particolare, è entrato nel panico quando ha dovuto viaggiare su un piccolo jumbo-jet in Sud America.
Durante il viaggio su quell’aereo, Mercury si è sentito male, ha sudato freddo e ha avuto un attacco di panico. Tuttavia, ha dovuto necessariamente riprendersi:
Mi è stato detto che fotografi e reporter ci aspettavano. Non potevo assolutamente far vedere loro quanto ero scosso. Le mie nocche erano bianche per quanto ho stretto quei maledetti braccioli. Eppure quando siamo arrivati sono uscito da quel trabiccolo con un sorriso sul viso, come se nulla fosse accaduto.
L’ultimo video è un dolce addio
These Are the Days of Our Lives, è stato l’ultimo video dei Queen in cui è presente Freddie Mercury. Le riprese si svolsero il 30 maggio 1991, sei mesi prima della morte del cantante.
Si tratta di un pezzo straziante della storia musicale, dove si vedono perfettamente le sue condizioni fisiche, che fu realizzato in bianco e nero proprio per non far vedere troppo al pubblico quanto Mercury stesse soffrendo. Tuttavia esistono dei video che lo mostrano.
Mercury mise tutte le sue forze e il suo impegno nelle scene di quel video. Aveva bisogno di sedersi spesso e non cantò per tutto il tempo, dovette fermarsi più volte. Proprio per questo e per le sue parole, These Are the Days of Our Lives resta un lungo dolcissimo addio rivolto al suo pubblico.
Ve lo lasciamo, qualora voleste godervelo: