Erano abituati alla cimice verde, quella italiana, innocua. Ora gli agricoltori devono fare i conti con la cugina asiatica, molto più aggressiva.
È la Coldiretti a lanciare l’allarme. Questo parassita cinese sta distruggendo frutteti, orti ma anche le grandi coltivazioni di soia e di mais nel nord Italia.
Un vero e proprio flagello “favorito da un autunno particolarmente caldo con la moltiplicazione degli esemplari che non hanno in Italia antagonisti naturali”.
Sul sito della Coldiretti si legge che questo insetto sta provocando perdite che toccano il 40% del raccolto.
Spiega la Coldiretti: “Si tratta di un insetto particolarmente prolifico con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta. Gli insetti adulti sono in grado di volare per lunghe distanze alla ricerca del cibo e quando arriva il freddo si rifugiano nelle abitazioni o in anfratti riparati per poi attaccare le piante in primavera e in estate, alimentarsi, accoppiarsi e deporre le uova”.
“Sono circa 300 – dice Lorenzo Bazzana, responsabile economico della Coldiretti – le colture che possono essere colpite. Questo insetto ha un apparato boccale pungente e succhiante e con la saliva provoca necrosi e deformazione nei frutti. In ogni fase di vita, dalle uova alla maturità, riesce comunque a fare danni. L’invasione è stata ed è veloce e altrettanto pronta deve essere la reazione, con fondi per la ricerca e per strumenti di difesa passiva“.
Infatti, al momento sembra che l’unico palliativo siano le reti anti-insetto.
Commenta