“Dovete beccarli”. È questa la richiesta disperata che si è vista fare il premier Giuseppe Conte durante i funerali dei tre vigili del fuoco morti nell’esplosione di Quargnento. A farla è stata una madre, la mamma di Antonio Candido, uno dei tre pompieri morti.
L’emozione, durante la funzione, è stata tanta. Insieme al dolore anche tanta rabbia, ma allo stesso tempo la comunità si è stretta intorno alla famiglia delle vittime.
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Toccante il messaggio di Fabio Dattilo, Capo Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, per i tre vigili del fuoco.
“Carissimi Matteo, Marco e Nino – ha letto – nel giorno in cui vi salutiamo vorrei farvi sentire l’abbraccio forte e affettuoso di tutti i colleghi del Corpo che piangono per la vostra perdita. Quello stesso abbraccio che ci scambiamo dopo quando l’intervento è finito bene, un gesto semplice ma importante per ringraziarvi del vostro servizio e dire che vi vogliamo bene e che rimarrete per sempre nei nostri cuori”.
“Lo stesso abbraccio – ha concluso – voglio dare agli affetti che hanno accompagnato le vostre vite, mogli, compagne, figli, madri e padri, fratelli, sorelle e amici. Un abbraccio che vuol stringere così il vostro dolore e testimoniare che siamo e saremo molto vicini a voi tutti con la grande famiglia dei vigili del fuoco. Ancora un abbraccio forte alle donne e agli uomini del turno e del Comando e a tutti coloro che hanno condiviso con voi il tempo dell’attesa, della preparazione, dell’addestramento, dell’adrenalina che si prova negli interventi. Ciao ragazzi“.
Poi c’è stata la testimonianza del comandante provinciale dei vigili del fuoco di Alessandria, Roberto Marchioni.
“La notte del 5 novembre – ha detto – si è capito che eravamo di fronte a un intervento diverso dagli altri, in cui ad essere soccorsi non erano degli estranei, ma eravamo noi insieme a un carabiniere che era lì insieme a noi. In quelle ore si è passati dalla speranza che tutto si risolvesse come spesso accade per il meglio a rendersi conto che le cose non sarebbero andate così. Prima il ritrovamento del primo corpo senza vita, poi il secondo, poi il terzo. Un piccolo sollievo sapendo che gli altri colleghi e il carabiniere erano feriti ma stavano discretamente bene. Poi l’incredulità per quello che stavamo vivendo: non era un sogno, ma era la realtà. Poi la rabbia perché bisogna capire perché e chi ha fatto questo“.
“Posso solo aggiungere – ha concluso emozionato – che sono orgoglioso di essere il vostro comandante. Viva i vigili del fuoco“.
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