«Il Coronavirus non è come la Spagnola». Livello di attenzione identico, approccio e punti di vista diversi. Sulla diffusione del Coronavirus il dibattito interno alla comunità scientifica è più vivo che mai e viene alimentato costantemente da opinioni che muovono da posizioni non sempre conciliabili.
Non fa eccezione l’Italia, dove la pandemia ha causato sino a questo momento oltre 34 mila decessi. Ultimi, in ordine di tempo, a manifestare punti di vista diversi sono stati Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), e Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano.
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Secondo Guerra l’andamento che potrebbe seguire il Covid-19 in autunno rischia di essere simile a quello che caratterizzò un secolo fa l’influenza Spagnola che «andò giù in estate» per poi ripresentarsi «ferocemente a settembre e ottobre, facendo 50 milioni di morti durante la seconda ondata».
Decisamente meno pessimista, invece, Galli che dice: «Il Coronavirus non è come la Spagnola», sottolineando la capacità del virus di spostare la propria forza d’urto «dall’emisfero settentrionale a quello meridionale, e viceversa», ma non necessariamente con la capacità e con le conseguenze che caratterizzarono la precedente epidemia, anche perché – sottolinea il primario del Sacco – «non siamo nel 1918».
Secondo il primario dell’ospedale Sacco «aver trovato questi focolai può essere l’espressione della capacità affinata di fare interventi a livello territoriale e accorgersi di fenomeni come questi prima che sia troppo tardi». Senza per questo abbassare la guardia.
Ad ogni modo, al netto delle singole opinioni espresse, la comunità scientifica concorda su un punto, ovvero sulla necessità di mantenere alto il livello di attenzione, alla luce dei nuovi focolai scoppiati proprio in Italia negli ultimi giorni.
Anche perché, non essendoci riferimenti certi e in attesa che venga trovato un vaccino in grado di contrastare in maniera efficace il Coronavirus, al momento risulta impossibile avere certezza di quanto potrà accadere con l’inizio dell’autunno. L’unico dato certo è che la pandemia non è ancora finita.
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